Parlamento europeo: la commissione per i problemi economici e finanziari (ECFIN) presenta un’analisi approfondita sullo stato di avanzamento dell’introduzione dell’euro digitale

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La crescente popolarità delle criptovalute e delle monete stabili ha allarmato le banche centrali di tutto il mondo e le ha spinte ad accelerare lo sviluppo di valute digitali delle banche centrali (CBDC).
A prescindere dalla sua potenziale idoneità a soffocare la crescita dei criptoasset, la valuta digitale delle banche centrali è vista come un catalizzatore di una maggiore inclusione finanziaria, un mezzo per agevolare la transizione verso una società senza contanti, uno strumento per aumentare l’efficacia dell’attuazione della politica monetaria, e persino uno strumento per contrastare il dominio del dollaro USA nel commercio e nei finanziamenti internazionali.
Tuttavia, i benefici effettivi della criptovaluta di banca centrale dipendono dalle specificità del mercato e della società di riferimento. Nel paper si sostiene che la ragione principale per l’introduzione di un euro digitale dipende dalle deficienze dell’attuale panorama monetario che offre al pubblico scelte non ottimali per le operazioni di deposito di valore e di pagamento.
Da questo punto di vista, l’introduzione di un euro digitale appare molto promettente per i cittadini e il presente documento si concentra su una delle caratteristiche essenziali dell’euro digitale. L’ipotesi che il pubblico trarrebbe vantaggio dalla CBDC in quanto, per la prima volta nella storia moderna della moneta, avrebbe accesso alla moneta della banca centrale senza contanti e quindi sarebbe in grado di evitare gli svantaggi che il contante e la moneta bancaria comportano, costituisce il punto di partenza dell’analisi realizzata (capitolo 2). Allo stesso tempo, non si può negare che i CBDC fornirebbero al pubblico un’alternativa ai depositi bancari e che questa alternativa potrebbe portare a una perdita di liquidità nel settore bancario, soprattutto in tempi di crisi.
La Banca centrale europea (BCE) ha in programma di introdurre una versione limitata dell’euro digitale, che limiterebbe l’importo massimo di euro digitali che i cittadini possono detenere. Lo studio contesta l’ipotesi della BCE che tali limiti siano necessari nell’interesse della stabilità finanziaria.
Le preoccupazioni espresse dalla BCE e da altre banche centrali circa i rischi derivanti da improvvisi deflussi di liquidità dai depositi bancari ai CBDC (credit crunch) sono realistiche, ma tali rischi secondo gli autori dell’analisi sarebbero gestibili e l’euro digitale potrebbe addirittura sostenere la stabilità finanziaria in caso di una crisi bancaria. Se attuato correttamente, un euro digitale illimitato consentirebbe alle banche centrali e alle altre autorità di esercitare un controllo più efficace in caso di scenari di crisi (es. corsa agli sportelli bancari) e di migliorare la loro capacità complessiva di gestire le situazioni di crisi. Questi aspetti sono rilevanti per il progetto dell’euro digitale. Poiché un limite alle quantità di euro digitali che i singoli individui possono detenere comprometterebbe i suoi maggiori benefici per il pubblico – la sua disponibilità come bene rifugio in tempi di crisi – e in ultima istanza vanificherebbe lo scopo della sua introduzione, poiché non potrebbe essere inteso come una scelta migliore di riserva di valore rispetto alle criptovalute e alle monete stabili (capitolo 3). L’area dell’euro (eurozone) ha bisogno di un’ulteriore ampia discussione sulla necessità di tali tetti di detenzione. La letteratura esistente non giunge a conclusioni chiare su come sarebbero gli effetti indiretti di un accesso illimitato ai CBDC e non può quindi essere intesa come un sostegno inequivocabile alla posizione restrittiva della BCE. Infine, l’analisi conclude che il perseguimento degli obiettivi di politica monetaria da parte delle banche centrali potrebbe essere facilitato dall’esistenza di CBDC (illimitati) e ne esplora la fattibilità per l’Euro sistema (capitolo 4).

Conclusioni

Lo studio si esprime a favore dell’introduzione di un euro digitale di banca centrale. Si avanza inoltre l’idea che alcune operazioni di politica monetaria potrebbero divenire più efficienti con un accesso illimitato all’euro digitale. Nella sua prima fase, l’euro digitale potrebbe essere soggetto a un tetto massimo per consentirne l’introduzione graduale, in modo da sostenere le banche nella preparazione a questo nuovo mondo di scelte diversificate e illimitate in termini di valori per tutti. Tuttavia, dopo questa fase iniziale (di due o tre anni), dovrebbe essere eliminato il tetto massimo di detenzione e l’euro digitale dovrebbe essere introdotto senza alcun limite. Nel periodo di introduzione del limite massimo ulteriori progetti di ricerca analizzeranno se le restrizioni alla detenzione sono giustificate. Solo un’analisi dettagliata di tutte le conseguenze negative attese da un accesso illimitato all’euro digitale per tutti e argomentazioni convincenti sul perché esse superino i benefici che solo una versione illimitata dell’euro digitale promette potrebbero fornire tale giustificazione. Nel caso in cui tale giustificazione sia a favore di tetti massimi di detenzione, lo studio raccomanda che la BCE chiarisca concretamente gli obiettivi che l’Eurosistema perseguirebbe con un euro digitale con limiti alla detenzione (ad esempio, a poche migliaia di euro). Poiché l’Eurosistema non intende sostituire il contante con l’euro digitale, i benefici che deriverebbero da un accesso così limitato agli euro digitali sono tutt’altro che evidenti.La sua componente di riserva di valore sarebbe trascurabile, poiché non offrirebbe un’alternativa più sicura alla moneta bancaria per importi superiori al limite massimo. Di conseguenza, non sarebbe adatto a competere con il fascino delle criptovalute e delle monete stabili. Potrebbe essere inteso come un’alternativa ai sistemi di pagamento senza contanti esistenti, ma nessun elemento delle ricerche sulla criptovaluta di banche centrali (CBDC) ad oggi pubblicate suggerisce che vi siano problemi con l’attuale panorama dei servizi di pagamento privati in tutta l’area dell’euro o in parte di essa.
L’analisi quindi conclude che, ad oggi, un euro digitale può essere considerato un progetto degno di essere perseguito solo se l’Eurosistema (idealmente in modo cumulativo, ma almeno in modo alternativo): si sentirà pronto a concepirlo come un’opzione di riserva di valore sicura per il pubblico, ne vedrà il valore per la risoluzione di una crisi bancaria e/o lo adotterà come strumento di politica monetaria.

Lo studio è consultabile al seguente link:
studio ufficiale Parlamento europeo