Forum Sociale di Porto 2023 per un’Europa inclusiva e competente

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A due anni dal Vertice sociale di Porto del 2021, si è tenuto a fine maggio il Forum Sociale di Porto.

Il meeting ha riunito rappresentanti di tutti gli Stati membri e oltre 400 delegati provenienti da 30 paesi. Al centro di questo appuntamento ricorrente del Forum sociale sono stati temi quali l’Anno europeo delle competenze e il modello sociale europeo.

Il Porto Social Forum, che si riunisce ogni due anni, mira a rafforzare l’impegno sociale tra la presidenza del Consiglio della UE, la Commissione europea, il Parlamento europeo e le parti sociali, in uno sforzo congiunto per consolidare l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, sottoscritto nel 2017 a Göteborg, creando sinergie per un futuro dell’Europa più inclusivo, equo e sociale.

Nel corso dei lavori è stato riconosciuto il modello sociale europeo come un elemento che può portare vantaggi a livello globale ed è stato evidenziato come politiche forti in materia di competenze, istruzione e formazione possano creare posti di lavoro migliori e un’integrazione più rapida nel mercato del lavoro, promuovere l’inclusione sociale e, di conseguenza, aumentare la resilienza e la competitività dell’economia e della società dell’Unione europea.

I 37 leader europei presenti all’incontro hanno sottoscritto una Lettera Aperta che rinnova gli impegni presi al Vertice sociale di Porto per il 2030 e che prevede, altresì, l’impegno ad accelerare sia il target per la Garanzia europea per l’infanzia sia le dimensioni delle competenze e delle qualifiche nell’ambito della doppia transizione (digitale e ambientale).

L’evento ha rappresentato l’occasione per un confronto sui progressi compiuti nell’attuazione del Piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali con le oltre 75 iniziative previste, che risultano quasi tutte essere già state adottate o attualmente all’esame del Parlamento europeo e degli Stati membri.

Queste iniziative spaziano dalla trasparenza retributiva (per ridurre il divario retributivo di genere), ai salari minimi adeguati e alla tutela della salute e sicurezza sul lavoro dei lavoratori nonché a un reddito minimo adeguato che garantisca l’inclusione attiva, dalla lotta alla povertà infantile al sostegno all’occupazione delle persone con disabilità. Il piano d’azione ha inoltre fissato tre obiettivi sociali a livello UE da raggiungere entro il 2030 in materia di occupazione, formazione e riduzione della povertà (v. sotto).

Il Forum ha ulteriormente sottolineato l’importanza di una strategia integrata per combattere la povertà, all’interno del tema multidimensionale dell’esclusione sociale e dell’accesso ai servizi essenziali per tutte le persone.

In apertura del Forum, il Commissario all’Occupazione Nicolas Schmit ha ricordato come due anni fa firmando l’Impegno sociale di Porto – che rappresenta un piano d’azione per l’attuazione del Pilastro dei diritti sociali – “abbiamo inserito i diritti sociali nella mappa europea (…)  e riconosciuto l’importanza di creare un’Europa inclusiva, equa e ricca di opportunità per tutti. Ci siamo impegnati con i nostri cittadini a migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro. E abbiamo approvato gli obiettivi sociali dell’UE 2030 per i livelli di occupazione, l’apprendimento permanente e la riduzione della povertà. povertà. Come diciamo spesso, Porto ha costituito una “svolta””.

Nel ribadire tali impegni, il Commissario ha menzionato le misure adottate nel frattempo tra le quali: l’adozione di obiettivi sociali, le regole per garantire un salario minimo adeguato e la protezione dei lavoratori delle piattaforme.

Egli ha inoltre sottolineato l’importanza delle competenze e dell’istruzione per affrontare le sfide attuali “Gli Stati membri hanno concordato le raccomandazioni sulla definizione dei conti di apprendimento individuali (ILA – Individual Learning Accounts) e delle micro-qualificazioni (Micro-credentials) come strumenti per aiutare le persone a conseguire i propri obiettivi formativi, secondo quanto enunziato dal primo principio prioritario del Pilastro sociale”. Schmit ha anche ricordato le oltre 1500 tra imprese ed organizzazioni che hanno aderito ai Patti per le competenze (Pact for Skills) impegnandosi a contribuire alla riqualificazione di oltre 10 milioni di persone nei prossimi anni.

“Dobbiamo essere orgogliosi di ciò che abbiamo avviato. Abbiamo mantenuto la parola data, attuando il Pilastro dei diritti sociali pezzo per pezzo, principio per principio. Ma c’è ancora molto da fare con il contributo di tutti” in particolare “le parti sociali e la società civile che sono nuovamente presenti qui a Porto”.

Con quattro adulti su dieci che non possiedono competenze digitali di base, nonostante siano un prerequisito per la maggior parte dei lavori; e solo un terzo degli adulti impegnato regolarmente in corsi di formazione, l’UE presenta una carenza di manodopera che nei settori e nei lavori chiave per la transizione verde è più che raddoppiata tra il 2015 e il 2021.

Secondo queste rilevazioni, entro il 2025 dovranno essere formati o riqualificati circa 800.000 lavoratori nel settore delle batterie per soddisfare la domanda in crescita del settore ed entro il 2030, il solo settore dell’energia solare potrebbe rappresentare 1 milione di posti di lavoro nell’UE. Tenuto conto di queste evidenze, si comprende perché sia necessario investire massicciamente nella formazione delle competenze utili in questi settori.

Nel concludere il suo intervento, il Commissario Schmit ha pertanto ribadito che “la carenza di competenze è diventata una sfida importante in molti Stati membri con tre quarti delle imprese dell’UE che dichiarano di avere difficoltà nel reperire personale con le giuste competenze e, in particolare le piccole e medie imprese” e ha chiosato sull’importanza di garantire alle imprese europee i talenti di cui hanno bisogno per prosperare e crescere; “si tratta di una questione economica e sociale. L’Anno europeo delle competenze è quindi l’occasione perfetta per accelerare la tanto necessaria rivoluzione delle competenze”.

La Commissaria alle politiche regionali, Elisa Ferreira, a sua volta, ha sottolineato l’importanza dell’equità e dell’inclusione sociale per la trasformazione dell’Europa, evidenziando come “la dimensione territoriale dell’inclusione sociale e l’importanza di fornire opportunità di lavoro e competenze a tutti gli europei” siano al centro della politica di coesione.

Ferreira ha affermato “Le opportunità di lavoro e di competenze dipendono molto dal luogo in cui si vive. Nell’Anno europeo delle competenze, la mia prima comunicazione dell’anno è stata dedicata alla valorizzazione del talento nelle regioni europee. Infatti, il 30% degli europei vive in una regione bloccata nella trappola dello sviluppo del talento. Queste regioni sono caratterizzate da scarse opportunità e dalla fuga di cervelli, soprattutto giovani” per questa ragione, secondo la Commissaria è necessario e urgente “mettere le competenze e le opportunità di lavoro a disposizione di tutti gli europei, ovunque essi vivono.”

La Commissaria ha illustrato le iniziative e dei progetti per sostenere l’offerta di competenze e promuovere la riqualificazione dei dipendenti pubblici, e sottolinea la necessità di continue riforme per adattarsi al mercato del lavoro in evoluzione.

Il contesto

Il Vertice Sociale di Porto del 2021 si era focalizzato sull’Agenda sociale europea per il prossimo decennio e sulle politiche che mettono le persone al centro della ripresa post-pandemia. In quella occasione sono stati sottoscritti l’Impegno sociale di Porto (uno degli impegni tripartiti più completi e ambiziosi mai raggiunti nell’UE) approvato dai presidenti del Parlamento europeo e della Commissione, nonché dalle parti sociali e dalla società civile (Piattaforma sociale) e la Dichiarazione di Porto adottata dai capi di Stato e di governo dell’UE, che ha stabilito le priorità strategiche per l’attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali in tutta l’Unione.

Entrambi gli accordi sostengono i tre obiettivi principali del Piano d’azione del Pilastro sociale per il 2030, ossia: i. Raggiungere un tasso di occupazione di almeno il 78%; ii. Garantire che almeno il 60% degli adulti frequenti corsi di formazione ogni anno; iii. Ridurre il numero di persone a rischio di esclusione sociale o di povertà di almeno 15 milioni di persone, tra cui 5 milioni di bambini.

Dopo il Vertice di Porto del 2021, gli Stati membri e le istituzioni dell’UE hanno continuato a lavorare per un’economia più equa e resiliente, promuovendo l’adeguatezza dei salari minimi e aumentando la trasparenza delle retribuzioni, istituendo una Garanzia europea per l’infanzia e la Piattaforma europea di contrasto alla povertà abitativa, adottando la Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 e il Piano d’azione per l’economia sociale, e proseguendo gli sforzi in molti altri campi, come il miglioramento delle condizioni di lavoro nell’economia delle piattaforme e il rafforzamento del dialogo sociale nell’UE.

Per ulteriori informazioni

Forum Sociale di Porto 2023

Commissione europea