Gusmeroli (Lega): “Risorse disponibili ai meno abbienti”
Misiani (Pd): “Difendere potere d’acquisto dei salari”
Bicchielli (Noi Moderati): “Più fondi per la natalità”
Fenu (M5s): “No a scaricabarile su governi precedenti”
“Noi vogliamo aiutare famiglie e imprese contro il caro inflazione, il caro finanziamenti e il caro mutui. Le priorità sono: rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale, detassare i premi di produzione e prevedere già nell’acconto di novembre l’abolizione del 50% di acconto rateizzandolo da gennaio a giugno dell’anno successivo. Lo faremo per una platea inizialmente ristretta fino a 500 mila euro di fatturato. Oltre tre milioni di attività economiche per la prima volta non pagheranno tasse in anticipo”.
Lo ha dichiarato Alberto Gusmeroli (Lega), presidente della Commissione Attività Produttive alla Camera dei Deputati, nel corso del Cnpr Forum “Legge di bilancio 2024: impatti, risorse e prospettive” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
“Affronteremo altri temi per aiutare famiglie a basso reddito e i ceti medi per far crescere economia ed occupazione per fronteggiare meglio il debito pubblico. C’è un tema non secondario: il caro inflazione genera aumento prezzi e difficoltà per la spesa – ha aggiunto Gusmeroli – ma dall’altro lato abbiamo anche crescita del gettito fiscale per lo Stato. Infine abbiamo previsto l’imposta sugli extra profitti delle banche e si vuole intervenire anche su quelle sacche di spreco che sicuramente ci sono. Tutto il destinabile sarà indirizzato ai meno abbienti”.
Sulle criticità della Finanziaria si è soffermato Antonio Misiani (Pd), Vicepresidente della Commissione Bilancio al Senato della Repubblica: “La prossima legge di bilancio nascerà in condizioni complicate. Il governo per mesi ci ha raccontato che tutto andava bene, che l’economia italiana faceva meglio degli altri paesi europei. Poi i numeri hanno smentito questa narrazione riportando tutti alla realtà. Nella realtà l’economia si è fermata e l’inflazione rimane elevata e continua a ridurre il potere d’acquisto delle famiglie. I tassi di interesse pesano negativamente sull’economia e sui conti pubblici. Di conseguenza le risorse a disposizione saranno limitate e ancor più limitate vista la mancanza di coraggio del governo che si rifiuta di fare una seria revisione della spesa e di incidere in modo significativo sul bubbone dell’evasione fiscale. Noi crediamo – ha concluso Misiani – sia necessario concentrare gli sforzi su tre fronti: la difesa del potere d’acquisto delle famiglie con l’Introduzione anche in Italia di una legge sul salario minimo; il finanziamento dei servizi essenziali come sanità e scuola; il rilancio dello sviluppo e della crescita”.
Secondo Pino Bicchielli (deputato di Noi Moderati e componente della Commissione Difesa della camera: “Il dato principale è il carico di tasse che va sicuramente alleggerito. L’obiettivo che ci poniamo come maggioranza di governo è quello di ridare potere d’acquisto reale alle famiglie. Anche se viviamo una congiuntura economica complicata, dettata prima dalla pandemia e poi da guerra e inflazione. Nel centrodestra abbiamo dato rilievo alle condizioni di fragilità delle famiglie, in particolare quelle numerose, alla luce soprattutto dell’aumento dei tassi d’interesse e dell’inflazione. Nella delega fiscale – ha rimarcato Bicchielli – avevamo già anticipato questo dato prevedendo l’accorpamento dei due scaglioni Irpef portandoli ad una aliquota unica del 23% e, soprattutto, prorogando il taglio al cuneo fiscale per dare soldi veri e concreti ai dipendenti in busta paga. Servono 14 miliardi per fare questo. Nei governi precedenti ci sono stati troppi provvedimenti a pioggia e oggi ereditiamo una situazione appesantita. Nella scorsa finanziaria e nella prossima, infine, destineremo più fondi alla natalità aiutando le coppie che decidono di avere figli”.
Possibilista Emiliano Fenu (capogruppo M5s in Commissione della Finanze a Montecitorio):
“Dalle prime indiscrezioni il governo starebbe pensando a una riduzione del cuneo fiscale attraverso l’allargamento della prima aliquota Irpef che è quella del 23 per cento. Noi non possiamo che essere favorevoli a una soluzione simile se si dovesse realizzare. L’aspetto curioso è che, nel fare questo, il governo ammette che la riduzione del cuneo è di fatto un’anatra zoppa. Perché se noi riduciamo il cuneo contributivo in busta paga stiamo di fatto aumentando la base imponibile, quindi le imposte. Ci auguriamo che la riduzione del cuneo fiscale sia vera, e che il governo riesca a recuperare i 14 miliardi necessari per questa operazione. Nelle settimane scorse ha messo le mani avanti accusando i governi precedenti di aver approvato il super bonus che avrebbe poi creato buchi e problemi di bilancio. Ma se andiamo a vedere i dati finora divulgati – ha ribadito Fenu – con l’ultimo rendiconto dello Stato non solo non c’è nessun buco, ma dal 2020 al 2022 l’aumento del gettito è stato di 100 miliardi”.
Il punto di vista dei professionisti è stato illustrato da Eleonora Linda Lecchi (commercialista e revisore dei conti dell’Odcec di Bergamo): “Ci troviamo alla vigilia dell’approvazione di una manovra di bilancio straordinariamente importante per il futuro del nostro Paese. E’ fondamentale comprendere da subito quali saranno le principali misure della prossima finanziaria in ambito fiscale soprattutto alla luce della recente approvazione della legge delega di riforma del fisco verificando con attenzione quali potranno essere i risultati per famiglie e imprese”.
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili): “L’esortazione che rivolgo alle forze politiche e a chi guida questo paese è quella di formulare programmi di medio termine che possono trovare nel tempo la loro attuazione. Operare come purtroppo si fa negli ultimi anni o forse da sempre sul brevissimo per dare immediatamente una risposta e ottenere una risposta di consenso elettorale non è una buona cosa per un Paese importante e complicato come l’Italia. Fare i conti con il desiderio di manovra espansiva che aumenti la spesa con una contemporanea riduzione delle entrate e quindi una riduzione del carico fiscale, è un po’ come provare a fare le nozze con i fichi secchi. Ci aspettiamo – ha continuato Longoni – che i risultati di questa manovra, che è molto difficile con il rialzo brusco dei tassi d’interesse che graverà pesantemente sulla spesa per interessi dello Stato costituiscano una linea guida precisa che porti verso un 2024 più tranquillo per le famiglie italiane con un certo riguardo alle fasce deboli e debolissime della popolazioni che sono in crescita”.