Legge di Bilancio e lavoratori autonomi

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Si è svolta a Palazzo Chigi, il 16 ottobre, la riunione del Consiglio dei Ministri. Al termine, il Presidente Giorgia Meloni, il Vicepresidente e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, il Vicepresidente e Ministro degli esteri, Antonio Tajani, e il Ministro Giancarlo Giorgetti (Economia e finanze Economia e finanze) e il Viceministro (Maurizio Leo hanno illustrato in conferenza stampa i provvedimenti adottati.

24 miliardi che saranno spesi per la decontribuzione, il sostegno ai redditi bassi, la Sanità, l’aiuto alle famiglie, al lavoro (anche autonomo), incentivi fiscali per le aziende che assumono a tempo indeterminato madri, under 30, percettori del RDC e persone con invalidità.

I 24 miliardi saranno così distribuiti:

10 miliardi per la decontribuzione;

4 miliardi per l’abolizione dello scaglione Irpef;

3.5 miliardi per il comparto sanità;

5 miliardi per l’adeguamento dei contratti del pubblico impiego;

1.2 per missioni di pace internazionale;

E per il lavoro autonomo?

Flat tax per i forfettari e acconto Irpef a rate

Per il “lavoro autonomo” viene confermata la tassa piatta al 15%; insieme a questa misura, viene prorogata per altri 3 anni l’indennità straordinaria di continuità, una sorta di cassa integrazione anche per i lavoratori autonomi. “Risponde al principio che un lavoratore è un lavoratore e va tutelato indipendentemente dal tipo di contratto o di mansione che svolge, e abbiamo anche ampliato il reddito previsto per poter usufruire di questo ammortizzatore sociale”, ha detto in merito il premier Meloni.

Inoltre per la prima volta quest’anno gli autonomi non dovranno pagare l’acconto Irpef a novembre ma rateizzarlo in 5 rate da gennaio a giugno.

Giorgia Meloni Meloni ha sottolineato che “il Governo ha deciso l’anticipo della riforma dell’Irpef cominciando dagli scaglioni più bassi. Eliminiamo di fatto il secondo scaglione e quindi estendiamo il primo scaglione con la tassazione al 23% oggi previsto per i redditi fino a 15 mila euro a tutto il secondo scaglione. Quindi si paga il 23% fino ai 28 mila euro di reddito“.

Altra cosa molto importante – ha aggiunto Meloni – all’interno delle altre norme che abbiamo approvato insieme alla Manovra è che, per la prima volta, quest’anno i lavoratori autonomi non dovranno pagare l’anticipo dell’IRPEF tutto insieme a novembre ma potranno, se vorranno, rateizzarlo in cinque rate da gennaio fino a giugno. Altra misura che io credo possa essere molto ben considerata dai lavoratori autonomi“.

Rinvio del versamento della seconda rata di acconto delle imposte dirette

Per il solo periodo d’imposta 2023, le persone fisiche titolari di partita IVA che nel periodo d’imposta precedente hanno dichiarato ricavi o compensi di ammontare non superiore a centosettantamila euro, effettuano il versamento della seconda rata di acconto dovuto in base alla dichiarazione dei redditi, con esclusione dei contributi previdenziali, entro il 16 gennaio dell’anno successivo, oppure in cinque rate mensili di pari importo, a decorrere dal mese di gennaio, aventi scadenza il giorno 16 di ciascun mese. Sulle rate successive alla prima sono dovuti gli interessi.

La rateizazione del secondo acconto delle imposte dirette (comunque limitato come sopra) diventa effettivo già dal periodo d’imposta 2023!

Maxi-deduzione per chi assume a tempo indeterminato

Per il 2024 in una maxi-deduzione per chi assume dipendenti a tempo indeterminato, con una corsia privilegiata per determinate categorie, tra cui giovani ammessi agli incentivi all’occupazione giovanile, donne ed ex percettori del reddito di cittadinanza. Per i titolari di reddito d’impresa e per gli esercenti arti e professioni, il costo imponibile del personale di nuova assunzione con contratto indeterminato è maggiorato, ai fini della determinazione del reddito, di un importo pari al 20%.

Sono stabiliti coefficienti di moltiplicazione con cui attribuire maggior peso al costo del lavoro correlato all’assunzione di categorie di dipendenti che si ritiene necessitino di maggiore tutela.

Incentivi al reshoring

Tra le misure di rilievo spiccano le nuove agevolazioni per il reshoring, ossia per il trasferimento in Italia di attività precedentemente ubicate all’estero (imprese oppure professioni svolte in forma associata: consistono in una riduzione della base imponibile IRPEF, IRES e IRAP del 50% per cinque anni. Non sono incluse tra le attività agevolabili quelle esercitate nel territorio dello Stato nei 24 mesi antecedenti il loro trasferimento.

  •  Impatriati: dipendenti o autonomi che rientrano in Italia, dal 2024 godono di un nuovo regime agevolato per 5 anni, con tasse ridotte al 50%  entro un limite di reddito agevolabile di 600.000 euro (dovranno restituire le agevolazioni se non mantengono la residenza fiscale nei cinque anni successivi).

Nuova Sabatini: rifinanziamento per il 2023 ma liberi professionisti ancora fuori

Con i provvedimenti contenuti negli altri decreti approvati nel Consiglio dei Ministri del 16 ottobre viene anche rifinanziata per l’anno 2023 la cd. Nuova Sabatini, con 50 milioni di euro a disposizione.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, in riferimento provvedimenti contenuti nei decreti cd. “Anticipazioni Finanziarie” e “Fiscalità internazionale”, ha infatti affermato, sulla Nuova sabatini, che la novità più importante “è che il finanziamento sarà reso fruibile per le imprese richiedenti in un’unica tranche consentendo l’accorpamento delle rate. La misura sostiene gli investimenti in beni strumentali effettuati da micro, piccole e medie imprese facilitando l’accesso al credito con tassi di interesse agevolati“.