Commissaria Ferreira “Queste le sfide che ci attendono”

100

In un intervento tenuto durante la riunione della commissione interparlamentare REGI sul “Futuro della Politica di coesione post 2027: opportunità, sfide e prossimi passi”, il 7 novembre, la Commissaria per la coesione e le riforme, Elisa Ferreira, ha sottolineato il ruolo cruciale della politica di coesione nel complesso scenario geopolitico del XXI secolo.

Per questa ragione, già nel 2022 la Commissaria ha avviato una serie di riflessioni sul futuro della politica di coesione, incaricando un gruppo di esperti di alto livello di discutere del tema e di portare evidenze e proposte entro la fine del 2023 (si sono già riuniti 7 volte).

Rivolgendosi al Presidente della Commissione REGI, Omarjee e agli onorevoli presenti, la Commissaria Ferreira ha manifestato il piacere per l’invito a partecipare alla discussione, ringraziando il Presidente e l’intera Commissione REGI per aver organizzato l’incontro con i rappresentanti del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali.

La Commissaria Ferreira ha evidenziato le sfide senza precedenti che l’Unione europea si trova ad affrontare, attirando l’attenzione sul turbolento retroterra geopolitico. Le dinamiche globali plasmano non solo il ruolo dell’UE nel mondo ma influenzano anche la sua economia e società. Ferreira ha sottolineato le questioni più urgenti legate al cambiamento climatico, alle guerre e ai conflitti in Europa e nelle vicine aree del medio-oriente, a un ordine economico internazionale contestato e alle disuguaglianze sociali ed economiche, accoppiate a una diminuzione demografica e a uno squilibrio delle competenze nel mercato del lavoro.

Ha avvertito, inoltre, che se queste sfide non saranno affrontate rischieranno di aggravare i divari economici, le trappole dello sviluppo e la frammentazione del mercato unico, contribuendo a una geografia del malcontento che mina le fondamenta stesse dell’UE e delle società democratiche. Con le elezioni europee all’orizzonte, la Commissaria Ferreira ha sottolineato l’importanza di affrontare le preoccupazioni e le aspettative dei cittadini europei, per le quali la discussione avuta ha rappresentato un’opportunità preziosa di interazione diretta con i parlamenti nazionali sulle priorità comuni e sulle sfide con cui si confrontano le regioni e i territori dell’UE.

Ferreira ha affermato “guardandomi intorno in questa sala, riconosco la presenza di molte persone, che sono state nostri partner svolgendo ruoli cruciali nelle trasformazioni degli ultimi anni”. E ha proseguito “La politica di coesione è nota per il motore della convergenza dell’UE, ha facilitato l’inserimento di nuovi membri nell’UE e ha aiutato a preservare un terreno di gioco equo”.

Riflettendo sugli anni passati, la Commissaria Ferreira ha descritto la politica di coesione come il “grande stabilizzatore” che ha contribuito a rispondere alle diverse crisi dalla pandemia di Covid-19 alla situazione dei rifugiati dall’Ucraina fino alla crisi energetica, evitando l’aggravarsi delle disparità esistenti nell’UE. Ha fornito, quindi, un esempio di questo ruolo della politica di coesione confrontando la ripresa post crisi finanziaria del 2010-2012, fortemente asimmetrica nei diversi territori dell’UE, con quella registrata dopo la pandemia da Covid19, più equilibrata, che entro il 2021 ha visto quasi tutte le regioni recuperare il rispettivo PIL pre-pandemico, grazie alle straordinarie misure introdotte dalla Commissione europea in collaborazione con gli Stati membri (NGEU, RRF, REPowerEU).

In relazione al lavoro del gruppo di esperti e stakeholder, la Commissaria ha segnalato come siano emersi tre principi chiave che dovrebbero essere mantenuti nella futura politica di coesione post 2027. Il primo concerne l’approccio basato sul luogo. Perché ogni territorio ha un proprio percorso di sviluppo, a volte anche solo lievemente diverso dagli altri. In particolare, secondo gli esperti, è necessario differenziare ulteriormente gli strumenti politici, rivolgendoci alle regioni intrappolate nelle trappole dello sviluppo come pure a quelle in declino demografico. Tenendo conto dei punti di forza specifici delle città più piccole, delle aree rurali e di tutte le più diverse regioni della nostra Europa.

Il secondo principio concerne l’approccio della governance multilivello e della gestione condivisa che devono essere mantenuti. Perché ogni livello apporta i suoi punti di forza e le sue capacità, e tutti devono essere allineati perché lo sviluppo abbia successo.

Infine, il terzo elemento evidenziato dagli esperti incaricati è di mantenere il principio del partenariato. Perché le radici locali e la democrazia locale sono uno dei segreti del successo dell’Unione europea e della sua politica di coesione.

Se sono tre i principi chiave da mantenere, ci sono tre ambiti dove sarebbe opportuno, secondo gli esperti e stakeholder, essere aperti al cambiamento: la flessibilità e semplificazione; la riduzione dei “colli di bottiglia” per facilitare la spesa a supporto della crescita e resilienza delle regioni e dei territori (attingendo ad esempio all’esperienza del RRF); e, infine, il ruolo delle altre politiche, comprese quelle orizzontali, nel promuovere la coesione (“Non danneggiare la coesione”).

La Commissaria Ferreira ha sottolineato l’importanza che la Politica di coesione rimanga un pilastro centrale per il futuro, insistendo sul suo ruolo chiave nella trasformazione a lungo termine e sulla necessità che si continui ad imparare dalle esperienze passate per plasmare il futuro dell’Unione europea. Per rafforzare questi concetti, la Commissaria ha sottolineato “Ciò è essenziale per tre ragioni: aritmetica, economica e politica. Aritmetica, perché è molto difficile che l’intero cresca se solo una parte ha le condizioni per crescere. Economica, perché la diversità delle regioni dell’UE è fonte di vantaggio competitivo, fondamentale per la tenuta dell’intera economia europea. Politica, perché le regioni lasciate indietro si rivolterebbero contro il sistema e potrebbero mettere in discussione la democrazia e i nostri valori comuni”.

A conclusione del suo discorso, Elisa Ferreira ha affermato “Dobbiamo continuare a integrare il DNA e gli obiettivi della politica di coesione in altre politiche a livello europeo e nazionale. La coesione territoriale deve diventare una priorità politica più ampia anche per i nostri Stati membri” e chiosato “I tempi stanno cambiando rapidamente e la politica di coesione deve cambiare con loro.”

 

Per ulteriori approfondimenti