Report annuale AdEPP. Oltre 2 miliardi e mezzo di euro nelle casse dell’erario

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“Per la prima volta abbiamo calcolato l’impatto delle tasse che arrivano allo Stato, alle regioni e ai comuni grazie alla gestione caratteristica delle Casse dei professionisti: ben 2 miliardi di euro all’anno arrivano dalle pensioni, che si sommano ai 640 milioni di euro di doppia tassazione, cioè le imposte che gli enti di previdenza pagano sui rendimenti degli investimenti. Questi oltre 600 milioni all’anno rappresentano un di più rispetto agli standard degli altri Paesi europei, dove è invece chiaro che se investi il patrimonio per pagare delle pensioni che saranno tassate, quel patrimonio non deve essere a sua volta decurtato”. Così il Presidente dell’AdEPP, Alberto Oliveti, presentando  a Roma il Rapporto Annuale dell’Associazione.

“Noi come Casse solleviamo lo Stato dal compito di garantire la previdenza obbligatoria ai liberi professionisti, nello stesso tempo, con i patrimoni investiti, permettiamo all’economia del Paese di dare delle risposte ai tempi che stanno cambiando – ha detto il presidente Oliveti che ha sottolineato – Le Casse dei professionisti confermano il loro ruolo di pilastro dell’economia nazionale. Al di là delle tasse, anche il modo stesso in cui viene gestito il patrimonio sostiene fortemente il Paese. Oltre la metà delle risorse investite o comunque detenute è infatti in Italia, con in particolare i Titoli di Stato che hanno superato quota 15 miliardi di euro”.

E sulla possibile riforma fiscale è intervenuto l’Onorevole Andrea de Bertoldi “Il centro studi ADEPP ha evidenziato che, dopo il Covid i redditi dei professionisti italiani sono in ripresa. Permangono, tuttavia, motivi di preoccupazione per l’invecchiamento delle categorie dei liberi professionisti, che potrebbe rappresentare, soprattutto in futuro, un problema di sostenibilità. E’ necessario, quindi, che lo Stato sappia garantire al sistema previdenziale privato dei liberi professionisti delle prospettive di crescita e sostenimento anche con riferimento alla riforma fiscale.

“È quindi importante – ha continuato De Bertoldi – che vengano attuate le misure previste nella riforma fiscale, come la riduzione della tassazione su plusvalenze e capital games, dopo 10 anni, è opportuno arrivi finalmente a destinazione il decreto sugli investimenti, che porterebbe certezza e garanzia di sostenibilità per le casse di previdenza”.

“Questo rapporto –  ha sottolineato il Presidente Oliveti – mostra che il mondo delle libere professioni rappresentato dall’Adepp è solido e ha creato più occupazione. Il nostro mondo ha visto infatti aumentare il numero degli attivi, in maniera sensibilmente più marcata di quanto sia accaduto in Italia tra i lavoratori dipendenti, e in assoluta controtendenza rispetto ai lavoratori indipendenti iscritti all’Inps”.

Ed ancora “Buoni segnali arrivano sulle differenze di genere. Molto apprezzabile infatti che tra i nuovi iscritti il numero di uomini e donne sia equilibrato, mentre lo sbilanciamento maschile appare solo tra i professionisti d’età avanzata. C’è invece ancora strada da fare sul fronte dei redditi, che sono ancora sbilanciati a svantaggio delle donne”.

“I dati analizzati – fa eco la Vice Presidente AdEPP e responsabile Welfare, Tiziana Stallone – rilevano un incremento del numero di iscritti e del loro reddito, dimostrando che le professioni si sono mostrate addirittura più solide dopo il covid. È in tale contesto che risultano sempre più rilevanti le nuove forme di sostegno e sviluppo della libera professione implementate dalle diverse Casse di previdenza”.

“Azioni di welfare attivo definibile innovativo che superano le misure tradizionali e mirano a supportare l’iscritto durante tutte le fasi della propria vita professionale. Dall’avvio, grazie ad un sostegno per l’acquisto delle attrezzature o degli studi professionali ad esempio; alla fase dello sviluppo della professione, attraverso contributi per favorire l’aggregazione professionale o le agevolazioni per l’accesso al credito. Fino ad arrivare a piattaforme di teleconsulto professionale gratuite o servizi informatici che permettano al professionista di governare le sfide future, come la transizione digitale e l’evoluzione dell’intelligenza artificiale generativa”.

Al Presidente della Cassa Forense, Valter Militi, il compito di illustrare gli investimenti e il patrimonio degli Enti. “Guardate la crescita di questa patrimonio – ha subito sottolineato il Presidente Militi – Siamo partiti da 65,6 miliardi di euro nel 2013, oggi siamo a oltre 103 miliardi. E anche se rispetto allo scorso anno registriamo una lieve decremento dovuta a tre fattori fondamentali che spiegherò, sappiamo già che il prossimo anno non solo recupereremo ma questo sarà elevato”.

“Per quanto riguarda la flessione, il primo elemento è dato dalla congiuntura economica internazionale, le partite di bilancio che non tengono conto delle plusvalenze in corso e infine il patrimonio dell’Inpgi Ago che è confluito nella gestione Inps”.

E sugli investimenti “Anche in assenza del regolamento sugli investimenti – ha detto Militi – le Casse hanno profondamento modificato gli asset: gli immobili posseduti, ad esempio, sono scesi da 11,5 a 2,7 miliardi di euro. Si è quasi quadruplicato l’investimento in fondi mobiliari, arrivato a 8,3 miliardi di euro e i titoli di stato hanno superato i 15 miliardi”.

“Elaboriamo dei modelli che, come vedete nell’evoluzione negli anni si sono trasformati – Noi abbiamo delle linee guida AdEPP che hanno consentito a tutti gli Enti, ognuno con la propria specificità, di avere una base solida su cui costruire una politica di investimento” ha concluso il Presidente di Cassa Forense.