Banca d’Italia. I giovani e la finanza

68

Le generazioni z e i millennial pensano sì al futuro, ma non lo pianificano. È una delle evidenze del rapporto “Indagini sull’alfabetizzazione finanziaria e le competenze di finanza digitale in Italia: giovani“, pubblicato sul sito di Banca d’Italia, che ha coinvolto un campione di quasi di 5.400 individui di età compresa tra i 18 e i 34 anni.

Alle domande sui principali concetti economici – inflazione, tasso di interesse e diversificazione del rischio – risponde correttamente il 35 per cento degli intervistati. Le conoscenze finanziarie sono più alte tra gli studenti e tra i diplomati o i laureati in discipline scientifiche o tecniche; vi è un divario di genere a sfavore delle donne. I residenti nelle regioni del Centro, del Sud e nelle Isole rispondono peggio degli intervistati nel Nord. Con riguardo agli indirizzi di studio, le conoscenze sono più elevate tra coloro che hanno intrapreso indirizzi scientifici o tecnici.

Guardando ai comportamenti, i giovani sono attenti alla sostenibilità delle spese correnti e al rispetto delle scadenze di pagamento ma hanno una bassa propensione a pianificare il futuro.

Le aspettative di crescita professionale e di miglioramento della propria condizione economica sono più ottimistiche tra chi ha maggiori conoscenze finanziarie.

Tra gli intervistati di età compresa tra 18 e 23 anni, scuola e università sono i luoghi preferiti dove migliorare le proprie competenze finanziarie; gli intervistati tra 24 e 34 anni preferiscono ricevere informazioni più approfondite dagli intermediari finanziari.

I giovani ritengono che la protezione dell’ambiente sia il tema più urgente su cui dovrebbero concentrarsi le politiche economiche; a tale sensibilità si accompagna una conoscenza abbastanza diffusa dell’esistenza della finanza sostenibile.