Il Recovery and Resilience Facility (RRF) dell’UE: Una Valutazione Intermedia dell’Attuazione

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La comunicazione della Commissione del 21 febbraio 2024 ha messo sotto i riflettori l’implementazione intermedia del Recovery and Resilience Facility (RRF), il fulcro del NextGenerationEU. Questo strumento è stato concepito per affrontare gli impatti della pandemia e promuovere la ripresa e la resilienza nell’UE. Secondo la valutazione effettuata, nei tre anni trascorsi dall’entrata in vigore del regolamento sul RRF, gli Stati membri hanno utilizzato lo strumento RRF in modo strategico per far avanzare i loro programmi di riforma e investimento (PNRR), affrontare sfide nuove nonché quelle preesistenti. Sono già stati erogati 225 miliardi di euro e gli Stati membri hanno compiuto progressi significativi nell’attuazione delle riforme e degli investimenti previsti nei loro piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR), con il raggiungimento del 75% dei traguardi e obiettivi previsti a tutto il 2023. Circa 67 miliardi di euro sono stati erogati a titolo di prefinanziamento, contribuendo ad alleviare l’impatto a breve termine della crisi determinata dal Covid-19 sui bilanci degli Stati membri e a dare il via all’attuazione dei PNRR. Inoltre, 157,2 miliardi di euro sono stati erogati a seguito del soddisfacente raggiungimento di traguardi e obiettivi in gran parte connessi all’attuazione delle riforme deliberatamente anticipate dagli Stati membri per gettare le basi per investimenti di successo nella seconda metà della durata del RRF.

 

Il RRF ha dimostrato di essere efficace nel sostenere la ripresa economica dell’UE, con un aumento del PIL reale e previsioni di crescita dell’occupazione a breve termine (fino a 0,8% in più) con un impatto positivo anche sui salari reali nel medio termine e potenziali aumenti della produttività derivanti dagli investimenti effettuati. Più specificamente, nel documento si stima che circa la metà dell’aumento degli investimenti pubblici previsti nell’UE tra il 2019 e il 2025 derivi da investimenti finanziati dal bilancio dell’UE, in particolare dal RRF. I modelli di analisi della Commissione indicano che detti investimenti possano aumentare il PIL reale dell’UE fino all’1,4% nel 2026 rispetto a uno scenario privo di questi fondi. Secondo le proiezioni, tra un quarto e un terzo dell’impatto totale stimato sul PIL del RRF è dovuto a ricadute positive tra gli Stati membri, generate dall’attuazione simultanea di investimenti in tutti gli Stati membri.

 

Un ulteriore elemento caratterizzante il RFF è l’estrema flessibilità, che ha permesso agli Stati membri di adattare i rispettivi PNRR alle nuove sfide come, ad esempio, i recenti aumenti dei prezzi dell’energia e le interruzioni delle catene di approvvigionamento causate dalla guerra in Ucraina. Le revisioni dei PNRR hanno assicurato che gli obiettivi e gli investimenti rimanessero ambiziosi e pertinenti, massimizzando in tal modo il loro impatto.

 

Secondo la valutazione, nel complesso il RRF ha fornito un sostegno finanziario significativo, con l’UE impegnata a erogare fino a 650 miliardi di euro per supportare la ripresa e promuovere la trasformazione economica dell’Unione e dei singoli Stati membri.

 

Promuovere la transizione verde e sostenere la ripresa economica

 

Un capitolo esteso della valutazione è dedicato al sostegno del RRF alla doppia transizione verde e digitale. In particolare, all’efficacia del programma REPowerEU, incluso nel RRF, concentrato sull’accelerazione della produzione di energia pulita e sulla diversificazione dell’approvvigionamento energetico, per una trasformazione eco-sostenibile dell’economia dell’UE. A ciò si aggiunge la capacità del RRF di supporta anche politiche sociali e occupazionali per garantire che la transizione verde sia equa per tutti i cittadini.

La valutazione mette in luce il sostegno del RRF agli Stati membri a basso reddito e più vulnerabili, colpiti più duramente dalla pandemia. Il criterio di assegnazione, che determina l’entità dei finanziamenti che ciascuno Stato membro può ricevere, è stato adattato alle eccezionali circostanze di crisi del momento, compresa la notevole incertezza sugli effetti che la pandemia, allora in evoluzione, avrebbe avuto in tutta l’UE. Pertanto, la valutazione considera sia il contesto socio-economico all’inizio della pandemia sia il modo in cui gli Stati membri si sono ripresi dalla crisi fino al giugno 2022. Allo stesso tempo, si sottolinea come il RRF sia ancora saldamente ancorato alla logica della coesione economica, riflettendo le differenze del PIL pro capite tra Stati membri e contribuendo a contrastare la divergenza economica, promuovendo la stabilità economica e la crescita dove è più necessario. In base ai modelli previsionali utilizzati dalla Commissione, l’aumento della produzione economica nel 2026 raggiungerà il 4,5% in Grecia, oltre il 4% in Croazia e circa il 3,5% in Spagna e Bulgaria, rispetto all’impatto medio nell’UE pari all’1,4%. Nella valutazione, infine, si sottolinea l’importanza della flessibilità di implementazione del programma nell’adattarsi alle esigenze specifiche di ciascun Paese e si evidenzia la sinergia tra il RRF e gli altri fondi dell’UE, come quelli della politica di coesione.

 

Conclusioni: un’Unione europea più moderna, prospera e resiliente

Complessivamente, il RRF ha svolto un ruolo cruciale nel sostenere la ripresa economica post-pandemica dell’UE, promuovendo nel contempo la transizione verso un’economia più verde e resiliente. La stretta collaborazione tra tutte le parti interessate rimane fondamentale per raggiungere gli ambiziosi obiettivi del programma e creare un’UE più moderna, prospera, inclusiva e sostenibile.

 

Lo scenario

La valutazione intermedia del Recovery and Resilience Facility (RRF), che avviene a metà del periodo operativo del programma, è stata completata in linea con l’articolo 32 del regolamento istitutivo dello strumento RRF. Detta valutazione è stata condotta congiuntamente dalla Direzione generale ECFIN e dalla Struttura Recover del Segretariato generale della Commissione europea, e ha preso in considerazione i criteri di pertinenza, efficacia, efficienza, valore aggiunto dell’UE e coerenza, in linea con i requisiti stabiliti negli orientamenti della Commissione per una migliore regolamentazione. La valutazione si basa sui risultati di uno studio di supporto esterno indipendente, commissionato dalla Commissione nel marzo 2023 e concluso nel novembre 2023 da un consorzio guidato da ECORYS e CEPS. Lo studio accompagna la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sul rafforzamento dell’UE attraverso riforme e investimenti ambiziosi.

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