AAA Cercasi lavoratori ma….più professionisti specializzati e tecnici

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“Tra il 2024 e il 2028 il mercato del lavoro italiano potrà esprimere un fabbisogno compreso tra 3,1 e 3,6 milioni di occupati, a seconda dello scenario macroeconomico considerato. Infatti, lo stock occupazionale 2023 potrebbe crescere nel quinquennio da un minimo di 238mila unità nello scenario negativo fino a un massimo di 722mila occupati in un contesto più favorevole”. E’ quanto emerge dal report sulle “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine” aggiornato al quinquennio 2024-2028, elaborato nell’ambito del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro.

“La riduzione del mismatch tra domanda e offerta di lavoro rappresenta una delle priorità di politica economica da affrontare in questo momento – ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete – I costi derivanti dal minor valore aggiunto che sarà possibile produrre nei diversi settori economici a causa del ritardato o mancato inserimento nelle imprese dei profili professionali necessari stanno infatti aumentando proprio a causa del progressivo innalzamento della difficoltà di reperire personale. La stima per il 2023 del costo del mismatch è di 43,9 miliardi, cifra corrispondente a circa il 2,5% del Prodotto interno lordo italiano. Per invertire il trend, che ha tante ragioni d’essere, a cominciare dall’andamento demografico, si deve lavorare sempre di più sul fronte dell’orientamento e avvicinare i percorsi formativi alle grandi trasformazioni in atto”.

In Lombardia – con un fabbisogno atteso pari a 669mila occupati nello scenario positivo – si concentrerà oltre il 18% dell’intera domanda nazionale, seguita da Lazio (356mila unità pari al 9,8%), Campania (320mila unità, 8,8%), Emilia-Romagna (306mila unità, 8,4%) e Veneto (302mila unità, 8,3%).[1]

Sulle previsioni inciderà, evidentemente, l’effettivo impatto delle risorse stanziate con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Le necessità di sostituzione dei lavoratori in uscita dal mercato del lavoro determineranno la gran parte del fabbisogno, 2,9 milioni di unità nel quinquennio, pari ad una quota dell’80% nello scenario positivo e del 92% in quello negativo.

Nel 2024-2028, per l’insieme dei settori privati e pubblici, circa il 41% del fabbisogno complessivo interesserà dirigenti, specialisti e tecnici (tra 1,3 e 1,5 milioni di unità); mentre le professioni commerciali e dei servizi assorbiranno il 19% del fabbisogno totale, gli impiegati il 15%, gli operai specializzati l’11% e i conduttori di impianti il 6%. Rispetto all’attuale struttura professionale saranno perciò destinate a crescere le professioni specialistiche e tecniche, ma anche quelle impiegatizie (per effetto della domanda della PA), mentre continueranno a diminuire operai specializzati e conduttori di impianti.

Circa il 38% del fabbisogno occupazionale del quinquennio riguarderà professioni con una formazione terziaria (laurea, diploma ITS Academy o AFAM), il 4% profili con un diploma liceale e il 46% personale in possesso di una formazione secondaria di secondo grado tecnico-professionale (diplomi quinquennali e IeFP quadriennali o triennali).

In particolare, nell’istruzione terziaria sarà elevato il fabbisogno di persone con un titolo in ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), che determinerà un significativo mismatch rispetto alla presenza di giovani in possesso di questo tipo di formazione che faranno ingresso nel mercato del lavoro. Per l’insieme dei percorsi STEM potrebbero mancare, infatti, ogni anno tra 8mila e 17mila giovani. Per quanto riguarda gli altri indirizzi, è attesa una carenza di offerta per l’indirizzo insegnamento e formazione (mancheranno tra 9mila e 12mila giovani), economico-statistico (5-11mila) e medico-sanitario (circa 7mila).

Anche per la formazione secondaria di tipo tecnico-professionale è prevista una carenza di offerta, che riguarderà sia i percorsi quinquennali (mancheranno tra 13mila e 42mila giovani all’anno) sia quelli di Istruzione e Formazione Professionale (con un’offerta in grado di coprire poco più della metà dei fabbisogni).

I macro trend delle transizioni green e digitale incideranno sulla domanda di personale portando sia ad un innalzamento delle competenze verdi e digitali richieste sia alla nascita di nuove figure professionali. Si stima che tra il 2024 e il 2028 il possesso di competenze green verrà domandato con importanza almeno intermedia ad oltre 2,3 milioni di lavoratori (quasi i due terzi del fabbisogno del quinquennio) e le competenze digitali a 2,1 milioni di occupati (oltre il 58% del fabbisogno totale).

 

 

 

 

 

Tabella 1 – Expansion, replacement e fabbisogni occupazionali* previsti per il quinquennio 2024-2028

  Expansion demand Replacement demand Fabbisogni occupazionali
scenario scenario
  negativo positivo negativo positivo
TOTALE 238.400 722.200 2.911.500 3.149.900 3.633.700
       
  Indipendenti -125.500 28.200 628.200 502.700 656.400
  Dipendenti privati 303.400 633.500 1.601.500 1.905.000 2.235.000
  Dipendenti pubblici 60.500 60.500 681.800 742.300 742.300
     
  Agricoltura, silvicoltura e pesca -102.300 -82.000 95.700 -6.700 13.600
  Industria -1.500 130.700 658.000 656.500 788.700
  Servizi 342.300 673.600 2.157.800 2.500.100 2.831.400

*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.

Fonte: Unioncamere, “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2024-2028)”

 

 

 

Tabella 2 – Fabbisogni occupazionali previsti per le regioni e le ripartizioni per il quinquennio 2024-2028

Scenario positivo Fabbisogno totale
2024-2028
(v.a.)* (%)
   Lombardia 668.900 18,4
   Lazio 356.500 9,8
   Campania 319.500 8,8
   Emilia-Romagna 306.100 8,4
   Veneto 301.700 8,3
   Sicilia 259.300 7,1
   Piemonte e Valle d’Aosta 247.400 6,8
   Toscana 245.000 6,7
   Puglia 218.700 6,0
   Trentino-Alto Adige 98.500 2,7
   Sardegna 96.400 2,7
   Liguria 93.600 2,6
   Calabria 87.600 2,4
   Marche 84.800 2,3
   Abruzzo 83.200 2,3
   Friuli-Venezia Giulia 75.100 2,1
   Umbria 51.000 1,4
   Basilicata 23.400 0,6
   Molise 17.200 0,5
  Nord-Ovest 1.009.800 27,8
  Nord-Est 781.500 21,5
  Centro 737.200 20,3
  Sud e Isole 1.105.200 30,4
ITALIA 3.633.700 100,0

*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.

Fonte: Unioncamere, “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2024-2028)”

 

 

 

 

 

 

 

Tabella 3 – Fabbisogni occupazionali* e offerta formativa previsti per il quinquennio 2024-2028

Fabbisogno Offerta

(media annua)**

Rapporto fabbisogno/

offerta

  (media annua)**
scenario negativo scenario positivo media scenari
Formazione Terziaria (universitaria, ITS Academy e AFAM) 249.700 270.900 245.000 1,1
di cui:        
Economico-statistico 44.300 49.900 38.900 1,2
Insegnamento e formazione (comprese scienze motorie) 42.300 44.800 32.700 1,3
Ingegneria (escl. Ingegneria civile) 35.900 41.100 30.300 1,3
Medico-sanitario 37.500 38.100 30.800 1,2
Giuridico e politico-sociale 27.000 28.100 36.100 0,8
Ingegneria civile ed architettura 13.400 14.600 12.400 1,1
Scienze matematiche, fisiche e informatiche 12.500 14.400 8.400 1,6
Umanistico, filosofico, storico e artistico 11.200 12.000 14.000 0,8
Linguistico, traduttori e interpreti 6.200 7.100 11.500 0,6
Scienze biologiche e biotecnologie 6.300 6.800 8.700 0,7
Agrario, agroalimentare e zootecnico 4.800 5.100 6.200 0,8
Chimico-farmaceutico 4.200 4.700 4.900 0,9
Psicologico 4.200 4.400 10.200 0,4
Formazione secondaria di secondo grado (licei) 24.000 29.000 94.900 0,3
di cui:        
Classico, scientifico, scienze umane 12.500 15.400 71.000 0,2
Artistico 6.400 7.500 10.000 0,7
Linguistico 5.000 6.100 13.900 0,4
Formazione secondaria di secondo grado (tecnico-professionale) 168.900 197.100 155.500 1,2
di cui:    
Indirizzo amministrazione, finanza e marketing 40.100 46.700 37.600 1,2
Indirizzo turismo, enogastronomia e ospitalità 27.000 32.500 31.100 1,0
Indirizzo socio-sanitario 19.400 20.100 11.100 1,8
Indirizzo informatica e telecomunicazioni 16.400 19.100 13.800 1,3
Indirizzo meccanica, meccatronica ed energia 15.000 18.100 9.100 1,8
Indirizzo costruzioni, ambiente e territorio 9.500 11.000 7.000 1,5
Indirizzo elettronica ed elettrotecnica 9.100 10.700 9.000 1,1
Indirizzo produzione e manutenzione industriale e artigianale 8.500 10.000 12.200 0,8
Indirizzo chimica, materiali e biotecnologie 7.500 8.800 7.300 1,1
Indirizzo trasporti e logistica 7.500 8.700 4.100 2,0
Indirizzo agrario, agroalimentare e agroindustria 6.300 7.900 8.200 0,9
Indirizzo sistema moda 1.400 2.200 800 2,3
Indirizzo grafica e comunicazione 1.300 1.500 4.300 0,3
Istruzione e formazione professionale (IeFP) 120.300 140.500 71.700 1,8
di cui:    
Meccanico 15.100 17.200 5.900 2,7
Edile ed elettrico 21.100 23.800 6.100 3,7
Amministrativo segretariale e servizi di vendita 12.700 14.400 3.500 3,9
Ristorazione 16.200 20.700 14.900 1,2
Logistica, trasporti e riparaz. Veicoli 11.700 13.500 6.200 2,0
Servizi di promozione e accoglienza 6.600 7.400 2.100 3,3
Agricolo e agroalimentare 17.500 20.900 6.100 3,1
Sistema moda 1.500 2.500 1.100 1,8
Impianti termoidraulici 3.500 3.800 1.200 2,9
Elettronico 2.600 3.100 1.400 2,0
Altri indirizzi IeFP 11.700 13.200 23.200 0,5

* Al netto dei fabbisogni per Agricoltura, silvicoltura e pesca.**Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.

Fonte: Unioncamere, “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2024-2028)”

 

Figura 1  – Confronti tra le distribuzioni percentuali dello stock occupazionale 2022 da ISTAT e dei fabbisogni occupazionali 2024-2028 (media scenari positivo e negativo) per grande gruppo professionale

Fonte: Unioncamere, “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2024-2028)”

 

Figura 2  – Costo annuo del tempo di ricerca del personale di difficile reperimento per settore (miliardi di euro)

Fonte: Unioncamere, “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2024-2028)”

 

Nota metodologica sintetica:

Nel rapporto Unioncamere “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2024-2028)” il fabbisogno occupazionale è ottenuto come somma algebrica di due componenti: quella legata al naturale turnover occupazionale (la cosiddetta replacement demand) e quella legata alla crescita economica (la cosiddetta expansion demand) seguendo l’impostazione proposta da Cedefop.[2]

In questa edizione sono stati elaborati tre possibili scenari di andamento dell’economia: lo scenario positivo (A) ha come riferimento le stime del PIL pubblicate dal Governo nel quadro programmatico nella NADEF di settembre 2023; quello intermedio (B) formulato usando le stime del Fondo Monetario Internazionale pubblicate nel World Economic Outlook di ottobre 2023; quello negativo (C) è stato costruito rivedendo al ribasso le stime dello scenario A considerando i rischi macroeconomici valutati nella stessa NADEF. Tutti gli scenari incorporano, all’interno del quinquennio considerato, gli effetti ipotizzabili degli interventi da realizzare nell’ambito del PNRR.

 

 

Tabella 4 – Previsioni sul PIL dell’Italia alla base degli scenari (var. %)

Scenario 2024 2025 2026 2027 2028
A (positivo) 1,2 1,4 1,0 1,0 1,0
B (intermedio) 0,7 1,0 1,1 1,0 0,9
C (negativo) 0,3 0,5 0,1 0,5 0,5

 

[1] In questa edizione, per rispondere alle crescenti esigenze di informazioni articolate sul mercato del lavoro anche a livello territoriale, Unioncamere ha elaborato le previsioni occupazionali a medio termine a livello regionale con un nuovo approfondimento disponibile nell’allegato statistico che presenta – per ciascun territorio – il dettaglio del fabbisogno occupazionale per macro-settori, per principali professioni che saranno richieste (fino al dettaglio del II digit della classificazione ISTAT CP2021) e per livelli di istruzione e principali indirizzi di studio.

 

[2] Per approfondimenti si veda Cedefop, Eurofound (2018). Skills forecast: trends and challenges to 2030. Luxembourg: Publications Office. Cedefop reference series; No 108.