
Nel corso della riunione del 27-28 giugno i leader dell’UE hanno raggiunto due accordi cruciali sulle nomine ad alto livello nelle istituzioni dell’Unione e sull’Agenda strategica 2024-2029. Questi accordi segnano l’inizio del nuovo ciclo istituzionale dell’UE.
Dal Consiglio è stata adottata la decisione che propone al Parlamento europeo Ursula von der Leyen per la carica di presidente della Commissione europea anche per il periodo 2024-2029; quindi, la proposta di candidatura di Kaja Kallas, attuale Primo Ministro dell’Estonia, per la carica di alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, fatto salvo l’accordo della nuova presidente della Commissione europea. Infine, è stato eletto António Costa, già primo ministro portoghese, quale presidente del Consiglio europeo per il periodo 1º dicembre 2024 – 31 maggio 2027, nonché presidente del Vertice euro (Eurosummit) per il medesimo periodo.
Come noto, la maggior parte delle decisioni del Consiglio europeo, comprese le conclusioni, sono prese per consenso, ma nel caso delle decisioni sulle nomine ad alto livello non è così. Infatti, per la candidatura alla presidenza della Commissione è necessario un voto, mentre sulle altre cariche o sull’intero pacchetto, è necessaria una “maggioranza qualificata rafforzata”. In base all’articolo 238, paragrafo 3, lettera b), del TFUE, il candidato deve ottenere il sostegno di almeno il 72% degli Stati membri, che rappresentano il 65% della popolazione dell’UE. Pertanto, in base agli equilibri partitici in seno al Consiglio europeo e al PE, le posizioni di alto livello sono state condivise tra il Partito Popolare Europeo (PPE), il Partito dei Socialisti Europei (S&D) e la famiglia liberale (Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (ALDE)/Renew Europe).
In relazione all’Agenda strategica 2024-2029, i leader dell’UE hanno definito le priorità politiche per il prossimo ciclo istituzionale dell’UE, ossia: “Un’Europa libera e democratica”, “Un’Europa forte e sicura” e “Un’Europa prospera e competitiva”.
I leader hanno ribadito l’imperativo posto a fondamento dell’Unione europea di garantire la pace in Europa, basandosi sulla cooperazione, sulla solidarietà e sulla prosperità economica comune. Le crisi geopolitiche attuali rendono ancor più pregnante questo obiettivo. La sfida del cambiamento climatico si aggiunge a quelle politiche ed economiche. Le nuove vie di cooperazione e integrazione tracciate negli ultimi cinque anni sono il primo tentativo di risposta dell’UE alle sfide. Gli obiettivi chiave fissati per combattere i cambiamenti climatici e il quadro normativo e politico istituito bbiamo istituito per la transizione digitale pongono l’UE all’avanguardia mondiale. Al contempo, l’UE ha sviluppato e distribuito vaccini in tutta Europa e oltre nell’emergenza pandemica ed è stata in grado di istituire un importante fondo per la ripresa (RRF) in risposta a una pandemia che ha colpito le nostre società in modi assolutamente imprevedibili.
I capi di governo hanno anche riconosciuto come l’UE sia stata in grado di proteggere le economie degli Stato membri durante la crisi energetica e di fornire supporto all’Ucraina per aiutarla a difendersi dalla guerra di aggressione della Russia e a proteggere la sicurezza europea.
Il Consiglio europeo ha convenuto sulle tre priorità indicate e ha invitato il neoeletto Parlamento europeo, il Consiglio stesso e la Commissione a metterle in atto durante il prossimo ciclo istituzionale, nel rispetto dell’equilibrio istituzionale dei poteri stabilito nei trattati e dei principi di attribuzione, sussidiarietà e proporzionalità.
Il prossimo quadro finanziario pluriennale dell’UE dovrà riflettere queste 3 priorità, garantendo che il bilancio dell’UE sia adeguato alle sfide future anche introducendo nuove risorse proprie.
In relazione alla prima priorità “Un’Europa libera e democratica” l’agenda strategica prevede che sia promosso e salvaguardato il rispetto dello Stato di diritto, alla base della cooperazione europea, tramite la difesa dei principi di obiettività, non discriminazione e parità di trattamento degli Stati membri. “L’UE deve continuare ad essere la più accesa sostenitrice dell’ordinamento giuridico internazionale, difendendo strenuamente le Nazioni Unite e i principi sanciti nella Carta delle Nazioni Unite. In particolare, l’Unione europea proseguirà gli sforzi per promuovere, in tutti i consessi internazionali, la pace, la giustizia e la stabilità a livello mondiale, nonché la democrazia, i diritti umani universali e il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Ci impegneremo per riformare il sistema multilaterale, rendendolo più inclusivo e più efficace”.
La seconda priorità “Un’Europa forte e sicura” prevede che sia riaffermata l’ambizione dell’UE quale attore strategico globale nel nuovo contesto geopolitico multipolare. Ribadisce il sostegno all’Ucraina anche nella futura ricostruzione. L’obiettivo di continuare ad essere un territorio in cui le persone sono e si sentono libere e sicure sarà perseguito rafforzando la sicurezza europea grazie alla mobilitazione degli strumenti necessari per la sicurezza e la protezione dei cittadini. I leader dell’UE si sono quindi espressi favorevolmente in merito al rafforzamento dell’interoperabilità tra le forze armate europee e con la NATO. Un ulteriore obiettivo di questa priorità è la sicurezza interna, tramite la lotta alla criminalità offline e online e la prevenzione e contrasto della corruzione.
Sempre per la sicurezza, l’agenda strategica sottolinea l’importanza dell’allargamento quale investimento geostrategico nella pace, nella sicurezza, nella stabilità e nella prosperità. Si evidenzia come il processo di allargamento stia vivendo un nuovo dinamismo e come sia necessario sfruttare al meglio questa opportunità continuando a seguire l’approccio meritocratico di adesione all’UE con incentivi tangibili. I paesi candidati dovranno dimostrare concreti sforzi di riforma, in particolare per quanto riguarda lo Stato di diritto, nonché l’integrazione regionale, le relazioni di buon vicinato, la riconciliazione e la risoluzione delle controversie bilaterali.
Infine, l’agenda indica l’importanza di perseguire un approccio globale alla migrazione e alla gestione delle frontiere continuando a garantire la libera circolazione dei cittadini all’interno dell’UE, mediante il corretto funzionamento dello spazio Schengen. Questa libertà implica la responsabilità condivisa di rispettare e attuare gli obblighi comuni e di proteggere le frontiere esterne dell’UE in modo efficace, quale prerequisito per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico, nel rispetto dei nostri principi e valori. In questo senso, attraverso l’approccio basato sui partenariati globali, l’UE intende proseguire la cooperazione con i paesi d’origine e di transito dei migranti per un reciproco vantaggio e per prevenire e contrastare la migrazione irregolare.
La terza priorità dell’Agenda strategica concerne il rafforzamento della competitività per una Europa più prospera dove sia aumentato il potere d’acquisto, siano creati maggiori e migliori posti di lavoro, sia assicurata la qualità di beni e servizi in tutto il territorio. Il mercato unico è indicato quale risorsa più grande, motore a lungo termine della prosperità e della convergenza che consente economie di scala. Esso deve essere ulteriormente approfondito soprattutto nei settori dell’energia, della finanza e delle comunicazioni. La rimozione delle rimanenti barriere (soprattutto nei servizi e beni essenziali) e il miglioramento della connettività dovranno garantire parità di accesso al mercato unico da parte di tutte le persone e imprese, soprattutto le PMI che svolgono un ruolo centrale nel tessuto economico e sociale dell’UE. Un ulteriore elemento è l’integrazione finanziaria mediante la realizzazione dell’Unione dei mercati dei capitali e il completamento dell’unione bancaria con mercati europei dei capitali realmente integrati. L’agenda strategica, inoltre, prevede il potenziamento della capacità dell’UE nei settori sensibili e delle tecnologie chiave del futuro quali la difesa, lo spazio, l’IA, le tecnologie quantistiche, i semiconduttori, il 5G/6G, la sanità, le biotecnologie, le tecnologie a zero emissioni nette, la mobilità, i prodotti farmaceutici, le sostanze chimiche e i materiali avanzati.
L’agenda intende portare a buon fine le transizioni verde e digitale verso la neutralità climatica entro il 2050, sfruttando il potenziale della duplice transizione per creare mercati, industrie e posti di lavoro di qualità nel futuro. L’accelerazione della transizione energetica spingerà il percorso verso la sovranità UE nell’energia grazie a un’elettrificazione ambiziosa che faccia ricorso a tutte le soluzioni a zero emissioni nette o a basse emissioni di carbonio. Nel campo delle tecnologie digitali, la prossima legislatura dell’UE intende sfruttare il potenziale inutilizzato dei dati, promuovere l’interoperabilità dei dati e incoraggiare gli investimenti in tecnologie digitali rivoluzionarie, portando avanti la loro applicazione in tutta l’economia e garantendo al contempo la riservatezza e la sicurezza dei dati (tramite un’infrastruttura digitale all’avanguardia). A questo si accompagna il progetto di nuovi servizi elettronici di alta qualità a livello dell’UE basati sull’identità digitale europea.
Infine, la promozione di un ambiente favorevole all’innovazione e alle imprese sarà ottenuta mediante il rafforzamento della capacità di ricerca nelle tecnologie emergenti e abilitanti. Un forte investimento è richiesto nella sburocratizzazione delle procedure amministrative e degli altri oneri che rallentano lo sviluppo e consolidamento d’impresa.
I leader dell’UE hanno ribadito l’importanza dell’attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali per una crescita economica che non lasci indietro nessuno. La difesa della dimensione sociale dell’UE è volta a far si che tutti possano cogliere le opportunità offerte dalle transizioni verde e digitale. Un impegno è anche stato preso nei confronti delle sfide demografiche e del loro impatto sulla competitività, sul capitale umano e sull’equità. A tal fine, nel prossimo quinquennio, i leader si sono impegnati a garantire che il modello economico e i sistemi di protezione sociale europei sostengano una fiorente società della longevità, anche attraverso il rafforzamento della cooperazione sanitaria a livello europeo e internazionale e il miglioramento dell’accesso ai medicinali in tutta l’Unione.
Un posto di rilievo nell’agenda strategica è affidato agli investimenti nelle competenze, nella formazione e nell’istruzione delle persone lungo tutto l’arco della loro vita e alla mobilità dei talenti intra ed extra UE. Le finalità dell’aumento della partecipazione al mercato del lavoro e la promozione dell’occupazione giovanile sono individuati quali elementi di fondamentale importanza nei prossimi cinque anni.
Le Conclusioni consiliari sull’Agenda strategica chiudono quindi così: “Il nostro destino è nelle nostre mani. Abbiamo il talento, il coraggio e la visione per plasmare con successo il nostro futuro. La presente agenda strategica costituisce il nostro impegno comune a servire in modo inequivocabile i nostri cittadini e a realizzare il nostro obiettivo fondante di pace e prosperità.”
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