Con due comunicati, l’Ente di previdenza dei medici e quello degli infermieri sono intervenuti sull’oramai incresciosa situazione che vede il personale sanitario subire atti di violenza.
“Quando con la Federazione nazionale degli Ordini (Fnomceo) discutevamo della questione medica – sottolinea Alberto Oliveti, presidente dell’Enpam – ebbi modo di dire che, purtroppo, siamo passati dagli applausi dai balconi dei tempi del Covid, agli attuali schiaffi negli androni. Una considerazione fin troppo tenera, alla luce della gravità degli ultimi episodi, visto che ora siamo arrivati alle botte nelle sale operatorie. Un Paese civile protegge i propri professionisti della sanità”.
E proprio in questo senso, il presidente dell’Enpam aggiunge “Aver introdotto la procedibilità d’ufficio per le aggressioni a medici e personale sanitario, è un buon passo in avanti. Oggi però, ci sentiamo di sostenere con forza la proposta della Fnomceo, che chiede anche di rendere più facili gli arresti di chi si rende protagonista di episodi di questo tipo”.
Per Luigi Baldini, Presidente di Enpapi “occorre mettere in campo azioni decise e concrete per arginare un fenomeno che sta assumendo proporzioni preoccupanti e che riguarda l’intero Paese. Il personale sanitario svolge un lavoro quotidiano molto delicato, a contatto con i pazienti, con orari dilatati e risorse umane ridotte. Non è tollerabile che venga fatto oggetto di minacce, insulti e aggressioni fisiche”.
“Servono iniziative in grado di riportare la necessaria serenità in questi luoghi di cura e di assistenza, per migliorare il rapporto tra sanitari e pazienti e coinvolgere le famiglie in un percorso comune di sostegno e fiducia. Crediamo sia necessario un monitoraggio attento delle strutture, delle loro criticità, chiediamo la creazione di posti di Polizia nell’ambito dei nosocomi, in prossimità dei Pronto soccorso e di modificare, nel caso, anche le leggi vigenti. Serve, infine, anche un cambio culturale, che parta dai giovani, dalle scuole, dalla società civile. Diciamo basta alle aggressioni e alle violenze al personale sanitario”.