3^ Forum annuale dell’ESIP sul tema del rapporto tra welfare e mercato unico nel settore della previdenza

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Obiettivo fondamentale del Forum promuovere la conoscenza delle politiche e degli strumenti implementati dalle istituzioni e dagli enti e fondi associati in ESIP.

Nei quattro panel dell’evento si è discusso di come facilitare la mobilità dei lavoratori nel mercato unico, del ruolo del mercato unico europeo nel superamento dei gap di sicurezza sociale tra Stati membri, del mercato unico dei medicinali e di come assicurare l’accesso a farmaci efficaci con prezzi contenuti e, infine, del rapporto tra welfare e competitività dell’UE.

La mobilità dei lavoratori nell’UE, compresi i liberi professionisti è influenzata dalla carenza di determinati profili in diversi settori sia nei servizi sia nell’industria. La parola chiave del panel è stata, pertanto, “competenze” da intendersi come competenze abilitanti, come sviluppo e aggiornamento continuo di conoscenze e abilità (reskilling e upskilling), come strumento necessario per la partecipazione attiva al mercato del lavoro.

E’ stato evidenziato come, nella mission letter della nuova commissaria europea competente per il lavoro e la sicurezza sociale, Rosana Minzatu, siano stati introdotti i concetti di “persona, competenze e preparazione” (People, Skills and Preparedeness) rivoluzionando il precedente approccio fondato sulle nozioni di “lavoro e diritti sociali” con un radicale cambio di prospettiva. Inoltre, alla commissaria è stata significativamente attribuita la carica di vice-presidente esecutivo della Commissione. L’attenzione, quindi, è concentrata sul rafforzamento del capitale umano europeo, e sulle politiche che i governi devono introdurre per rafforzare le capacità personali, per garantire accesso alla formazione continua e nelle transizioni, per preparare le persone a entrare, rimanere e rientrare nel mercato del lavoro.

In questo senso, il mercato unico dell’UE deve poter contare sulla conoscenza delle dinamiche demografiche dei vari territori, su strumenti predittivi dell’offerta di lavoro e sistemi informativi sulla domanda di lavoro e possibili labour shortages (carenze di manodopera/professionalità).

Per alleviare le carenze di manodopera in alcuni territori e settori, contrastando la disoccupazione in altri, la Commissione ha lanciato l’iniziativa “EU Talent Pool” che promuove l’ingresso nei Paesi membri di personale qualificato proveniente da paesi terzi. La Germania sostiene l’iniziativa considerata la necessità di coprire la domanda di manodopera attesa nel mercato del lavoro tedesco entro il 2025, quando circa 7 milioni di lavoratori usciranno dall’occupazione (sui 35 milioni attuali) e, conseguentemente, verranno meno contributi, tasse, versamenti ai fondi pensione privati, di questi lavoratori e lavoratrici. Mentre, i Paesi Bassi e diversi altri paesi nordici, potrebbero aderire all’iniziativa EU Talent Pool solo nel caso di ingressi di migranti altamente qualificati (studenti di ingegneria, infermieri laureati, professionisti), ma vedrebbero favorevolmente anche il sostegno pubblico a quei lavoratori e lavoratrici che desiderano aumentare l’impegno lavorativo (ad es. coloro

che hanno contratti a tempo determinato o part-time) e al miglioramento delle passerelle tra scuola e mondo del lavoro. Infine, è stato evidenziato come, in un mercato unico, questi investimenti potrebbero contribuire a migliorare la produttività di territori e cluster industriali, unitamente a quelli per la formazione continua e per il miglioramento dei sistemi previsionali del mercato del lavoro.

L’attenzione si è quindi concentrata sulla nozione di investimenti sociali e la sua evoluzione nel tempo a partire dal “Pacchetto investimenti sociali” del 2013, fino alle raccomandazioni del gruppo europeo di alto livello sugli investimenti sociali del 2017, e al rapporto Letta con il ruolo attribuito al welfare pubblico nel migliorare la competitività dell’UE, per concludere con il recentissimo rapporto Draghi che sancisce il cambio di paradigma da investimento economico-fiscale a investimento sociale.

Per investimento sociale, si intende oggi ogni investimento pubblico e privato in politiche e servizi che migliorando le condizioni di vita, istruzione, lavoro, pensione, salute delle persone ottiene una ricaduta sociale ed economica per il Paese (ritorno economico).

I relatori hanno più volte evidenziato che gli investimenti nelle politiche e servizi per migliorare le condizioni di vita nella terza età e per l’invecchiamento attivo sul lavoro, contribuiscono a migliorare le prestazioni e la sostenibilità dei sistemi previdenziali in contesti demografici avversi. Investimenti sociali (in welfare) e protezione sociale sono legati positivamente, lo proverebbero i migliori risultati nel mercato del lavoro e nella produttività che si registrano nei paesi con una solida previdenza sociale. In relazione, infine, al dibattito in corso in alcuni Stati membri sulle riforme previdenziali per l’innalzamento dell’età pensionistica, è stato evidenziato che in altri Paesi il fenomeno della permanenza volontaria al lavoro oltre l’età di pensionamento è già un dato di fatto (ed è un fenomeno in aumento).

 

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