One Health, un traguardo da raggiungere

28

“Per noi One Health è un percorso da raggiungere e non solo da declinare. Siamo, quindi, attenti a tutto quello che va nell’interesse della società e della rigenerazione urbana, in una dimensione non solo verticale ma anche orizzontale e integrata, da cui nascono sia i determinanti della salute sia le relazioni sociali”. Così il Presidente dell’AdEPP e dell’Enpam, Alberto Oliveti, durante la presentazione del 2° Rapporto pubblicato dal Campus Bio Medico di Roma ed elaborato dall’Istituto di ricerca Piepoli.

“Il 2° Rapporto One Health ci dà una proiezione sul futuro delle nostre città. Emerge l’importanza di una visione a lungo termine e di una governance continuativa: per molti opinion leader rappresenta il principale fattore critico di successo che, si auspica, almeno su alcuni temi non abbia colore politico. Salute, lavoro e ambiente sono le priorità per i cittadini” ha detto dal palco Domenico Mastrolitto, Direttore Generale Campus Bio-Medico SpA sottolineando come “La qualità della vita passa attraverso una migliore integrazione del contesto lavorativo con i bisogni personali, una connessione con la natura e maggiore spazio per le relazioni, la condivisione e il benessere. Per affrontare le sfide del 2050, pertanto, è essenziale l’accessibilità ai servizi essenziali e la creazione di ambienti urbani più verdi, solidali e orientati al bene della persona”.

“Dobbiamo concentrarci su una sanità innovativa, su un sistema di trasporti efficiente e sull’integrazione tra centri e periferie, per creare spazi che rispondano realmente alle esigenze dei cittadini. Solo così potremo garantire un futuro migliore e più equo per tutti”.

Città inclusive, dotate di spazi verdi, una sanità accessibile e innovativa, una mobilità sostenibile nonché una gestione efficiente della manutenzione urbana. Sono questi gli aspetti principali che la progettazione urbana è chiamata ad affrontare nel prossimo futuro, a partire dalla creazione di spazi sicuri e inclusivi, il miglioramento della salute pubblica e la prevenzione delle disuguaglianze.  La ricerca ha esaminato l’evoluzione prevista delle aree urbane italiane entro il 2050, analizzando le principali sfide e opportunità in un contesto di profondi cambiamenti, come l’invecchiamento della popolazione e le trasformazioni economiche, sociali e culturali. Adottando un approccio integrato, il modello One Health si propone come guida per affrontare le problematiche sanitarie, urbane e legate alla sostenibilità per supportare e migliorare la qualità della vita.

I dati

Solo l’11% degli italiani si dichiara pienamente soddisfatto della qualità della vita nella propria città e il 39% ha registrato peggioramenti significativi, negli ultimi anni, soprattutto nei grandi centri urbani. Ci si immagina un tecnofuturo determinato dal progresso inarrestabile della tecnologia (per il 68% dei cittadini) e un orientamento sempre più concreto verso la sostenibilità (51%), l’efficienza (48%), l’inclusione (42%). La qualità della vita dipende inevitabilmente da alcuni elementi essenziali, il cui principio fondamentale può essere riassunto nel concetto di accessibilità: alla salute, al lavoro, alla casa, all’istruzione. L’immagine della città del futuro è pienamente in linea con le priorità espresse dalle persone. Infatti, i cittadini si aspettano che le città del futuro siano ambienti sicuri e verdi, dove sia possibile accedere facilmente a cure (56%), servizi (55%), formazione (53%), opportunità professionali (51%), mobilità sostenibile (50%), integrazione e socialità in ogni fase della vita.

Popolazione e sostenibilità

In Italia, il panorama urbano è caratterizzato da una rete di piccole e medie città, con poche grandi metropoli, e una popolazione che si prevede rimarrà sostanzialmente stabile nei prossimi 20-25 anni. Il Rapporto evidenzia che, a differenza di altri Paesi europei, le grandi città italiane non vedranno un aumento significativo di abitanti, mentre quelle di medie dimensioni registreranno una crescita demografica. In questo contesto, raggiungere gli obiettivi di sostenibilità fissati per il 2030 e il 2050 rappresenta una sfida cruciale: sebbene permangano difficoltà nel rispettare le scadenze a breve termine, c’è maggiore fiducia nella possibilità di migliorare le condizioni di vivibilità entro il 2050, a patto di intervenire con decisione su ecosostenibilità e trasporto pubblico.

Due modelli per la città del futuro

Lo studio ha permesso di tracciare due scenari possibili per il futuro delle città. Il primo, denominato «città da usare», immagina i grandi centri urbani come centri di eccellenza economica, culturale e sanitaria, da vivere principalmente come luoghi di lavoro e servizi, con una popolazione residente limitata e flussi giornalieri intensi. Il secondo, invece, chiamato «città da vivere», concepisce il tessuto urbano come uno spazio orientato a favorire l’inclusione sociale, la coesione tra centro e periferie e aree urbane progettate per migliorare la qualità della vita, con abitazioni accessibili, verde pubblico e servizi di prossimità.

Le sfide e le opportunità

Per il futuro delle città italiane, risulta cruciale puntare sullo sviluppo di una rete di trasporto pubblico interurbano efficiente, privilegiando soluzioni sostenibili come il trasporto intermodale e il modello della “città dei 15 minuti”, che mira a rendere tutti i servizi essenziali facilmente accessibili. Allo stesso tempo, sarà necessario avviare una transizione verso città più coese e solidali, anche attraverso interventi mirati alla rigenerazione degli spazi pubblici e alla riduzione del consumo di suolo. Nel settore sanitario, l’integrazione tra pubblico e privato giocherà un ruolo chiave per migliorare l’accesso alle cure e ridurre i costi, grazie anche all’utilizzo di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e la telemedicina. L’attenzione verso la prevenzione sarà più che mai centrale e consentirà di far fronte al progressivo invecchiamento della popolazione.