Perché i fondi pensione dei liberi professionisti italiani si occupano del business dei propri iscritti?

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Visione sul contesto

I liberi professionisti sono oggi da considerare come imprenditori della conoscenza, i quali pur se operano in regimi giuridici regolamentati, sono comunque soggetti economici che vivono le sfide e le criticità di economie in continua evoluzione.

I sistemi tradizionali di welfare sono oggi messi in crisi da economie mutevoli che producono notevoli cambiamenti e transizioni. Il mondo del lavoro autonomo e in particolare delle professioni ha un sistema di welfare non adeguato rispetto alle caratteristiche dell’attività economica e ai mutamenti ricorrenti in una knowledge based economy (i.e welfare to work, long term care, subsidies,et).
Proprio i sistemi previdenziali, come ha ben evidenziato il White paper on pension della European Commission, sono posti sotto stress da mercati discontinui e dall’aumento dell’aspettativa della vita. Tra l’altro sistemi pensionistici contributivi mettono ancor più in evidenza gli effetti dei break events of life in termini di rischi biometrici e professionali, pregiudicando l’adeguatezza delle prestazioni previdenziali. Così come “pay as you go systems”, con mercati del lavoro in declino posso mettere in crisi anche la sostenibilità. Lo stesso documento europeo sulla sostenibilità e adeguatezza delle pensioni ha posto in evidenza che, al di là delle riforme tecniche in termini di innalzamento dell’età pensionabile, di disincentivo al pensionamento anticipato e di aggiornamento dei coefficienti di valorizzazione dei contributi, occorre avere come obiettivo di work more and work longer. Oggi i fondi pensione, dopo aver adottato riforme tecniche sulle pensioni molto severe, devono impegnarsi insieme ad altri soggetti a favorire la sostenibilità economica e reddituale dei settori di riferimento e dei propri iscritti.

Anche se dal punto di vista previdenziale occorre spingere verso la promozione del 2° e del 3° pilastro (pillar), non è possibile ignorare le condizioni del mercato del lavoro professionale e le misure necessarie per rafforzare la capacità reddituale dei professionisti. Se i paesi del nord Europa puntano, ad esempio, a rafforzare l’active ageing, i paesi del sud Europa hanno il problema di anticipare l’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani professionisti, i quali, ad esempio, cominciano a guadagnare in maniera adeguata in Italia dopo i 40 anni.
Una visione moderna, integrata e attiva del welfare porta oggi i fondi pensione dei liberi professionisti ad individuare tutti gli interventi e le risorse necessarie per allungare, mantenere, rafforzare la capacità reddituale dei professionisti.
L’Adepp con Eurelpro si pongono quindi il problema di monitorare i fattori che incidono sull’adeguatezza delle prestazioni previdenziali e quindi essere così rappresentanti e portavoce degli interessi economici dei liberi professionisti europei.
Il ruolo dei fondi pensione, tra l’altro pur con le dovute differenze presenti nei diversi Paesi, è sempre più ampio e non limitato alla mera erogazione delle prestazioni previdenziali. Molti fondi pensione dei liberi professionisti erogano forme integrate e supplementari di welfare (long term care, microfinance, maternity incentive programs, finance for businesses and ICT). Il dibattito internazionale e da ultimo direttive comunitarie stanno inoltre evidenziando il potenziale ed importante ruolo dei fondi pensione nel long term investment.

Le sfide per i liberi professionisti

(The new challenges for liberal profession from pension funds’ point of view)

L’effetto combinato dell’allungamento della vita e dei continui mutamenti economici, tecnologici e giuridici che interessano tutti i campi dell’economia e in particolare i settori knowledge based portano a valutare con maggiore attenzione fenomeni finora trascurati come l’età di ingresso nel mercato del lavoro, la capacità reddituale, la formazione iniziale e continua, l’impatto delle nuove tecnologie, l’impatto dell’apertura delle frontiere e dei mutamenti giuridici. Al contempo l’allungamento della vita espone maggiormente ai rischi biometrici connessi alla salute e quindi genera una domanda, ad esempio, di long term care e di assicurazione elevata per coprire le interruzioni di lavoro.

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[acc_item title=”Rischi biometrici:”]l’allungamento della vita espone maggiormente i professionisti a diversi rischi in termini di interruzione della vita lavorativa.[/acc_item]
[acc_item title=”Rischi professionali:”]I mutamenti tecnologi: per l’impatto che possono avere nell’invecchiamento delle competenze, nella creazione di skill gap, per i processi labour saving, per le trasformazioni organizzative (i.e. e-health), per la capacità di mettere in crisi le coordinate spaziali e temporali della prestazione.[/acc_item]
[acc_item title=”Mutamenti demografici”]I bassi tassi di natalità dei paesi europei, la maggiore libera circolazione dei servizi e del capitale umano dentro l’Unione europea e la femminilizzazione delle professioni richiedono regole e misure per fronteggiare i rischi e le problematiche derivanti da questi processi e per coglierne invece le potenzialità e opportunità.
La femminilizzazione delle professioni, ad esempio, auspicabile in termini di pari opportunità, produce comunque un calo dei redditi per la presenza di un significativo gender pay gap in alcuni Paesi europei.[/acc_item]
[acc_item title=”La volatilità giuridica:”]l’allungamento della vita espone maggiormente i professionisti a diversi rischi in termini di interruzione della vita lavorativa.[/acc_item]
[acc_item title=”Rischi biometrici:”] per la capacità di cambiare i contesti del mercato: esempio allargamento Paesi, riconoscimento titoli di studio, mutamento common framework professional qualification, cambiamento politiche fiscali.[/acc_item]
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Quali politiche sono rilevanti

Dal punto di vista strettamente previdenziale, diverse sono le sfide per i fondi pensione europei dei professionisti. Le diverse riforme dei singoli paesi sulla sostenibilità, le politiche fiscali, le direttive sulla governance dei fondi pensione e sulla portabilità (Institutions for Occupational Retirement Provision (IORPs) Directive), la normativa sulla finanza pubblica (e.g. European system of account), et.
Quindi è altresì importante seguire e monitorare le politiche che rafforzano la capacità di stare in mercati mutevoli e quindi di affrontare le transizioni e i mutamenti di soggetti economici che prevalentemente con capacità individuali operano nell’ambito dei servizi dell’economia della conoscenza.
Proprio il punto di vista pensionistico ci porta a guardare a tutti quei fattori che incidono sulla capacità di contribuzione e pertanto sulla capacità reddituale dei liberi professionisti. Si tratta quindi di avere un approccio integrato che partendo dalla funzione previdenziale tenga conto di ciò che influenza la vita economica di un professionista in un changing world and changing economy.
Per questo in Italia l’Adepp ha iniziato a collaborare con le autorità nazionali e regionali di gestione dei fondi comunitari per individuare misure in favore dei liberi professionisti, per rafforzare la loro “employability” e competitività, attraverso l’utilizzo dell’European social fund e dell’European Globalisation Adjustment Fund. Da ultimo l’Adepp e Confprofessioni hanno sottoscritto un protocollo con il Ministero del lavoro italiano per attuare European youth guarantee program in Italia anche in favore dei giovani professionisti, sia come dipendenti sia come lavoratori autonomi.

Le linee di intervento più importanti:

  • Incentivi all’auto-imprenditorialità e alle startup
  • Contributi alle imprese per la stabilizzazione dei lavoratori
  • Finanziamenti per stage, tirocini, contratti di apprendistato
  • Risorse per programmi di formazione continua e rafforzamento delle competenze

Le misure previste nel Programma Youth Guarantee:

  • un’offerta di lavoro, eventualmente accompagnata da un bonus occupazionale per l’impresa;
  • un’offerta di apprendistato, anche all’estero;
  • un tirocinio, eventualmente accompagnato da una borsa di tirocinio;
  • un’esperienza di servizio civile (con relativa borsa);
  • l’inserimento in programmi di mobilità transnazionale;
  • l’inserimento o reinserimento in un percorso di formazione o istruzione per completare gli studi o specializzarsi professionalmente;
  • l’accompagnamento in un percorso di avvio d’impresa anche come libero professionista.