Pmi, arriva l’Investment compact”

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Le piccole e Medie imprese, sono diventate, in questo ultimo anno soggetto da considerare ed oggetto di azioni da mettere in campo. Dall’Action Plan for entrepreneurship 2014-2020 approvato dalla Commissione europea all’ultimo Consiglio dei Ministri targato Renzi che ha dato il via libera all’ “Investment compact” , la considerazione di quanto queste siano motore di sviluppo per il Paese sembra prendere sempre più piede. Certo è che nel “calderone” Piccole e Medie imprese c’è da mettere ordine. Lo sa bene la Ue che, precursore dei tempi, ne ha delineato gli ambiti di intervento, allargandoli ossia inserendo nella “specie” anche i liberi professionisti in quanto imprenditori di se stessi e generatori di occupazione.

Su questa ultima definizione sta lavorando anche il nostro Paese, non senza qualche fatica. Se prendiamo in esame, infatti, l’Investment compact, in questo sono incluse le Pmi innovative ma sono esclusi di fatto i liberi professionisti. In sintesi, le semplificazioni, i benefici fiscali e la possibilità di raccogliere capitale mediante crowdfunding, previsti per le startup innovative, vengono estesi alle piccole e medie imprese non quotate con bilancio certificato e in possesso di almeno due dei tre requisiti individuati dal Governo: avere sostenuto spese in R&S pari ad almeno il 3% del maggiore valore tra fatturato e costo della produzione (esclusi gli immobili); impiegare personale altamente qualificato in misura pari ad almeno un quinto della forza lavoro totale; essere titolari, depositarie o licenziatarie di almeno un brevetto o un software registrato e di fatto essere iscritte alla Camera di commercio. Liberi professionisti, quindi, fuori.

Per quanto riguarda invece i bandi e le azioni messe in campo dal Mise, il Ministero dello sviluppo economico, qualcosa si muove. A richiesta di chiarimenti se i liberi professionisti possano o meno partecipare ai bandi le risposte sembrano tutte positive. Si aspettano comunque ulteriori chiarimenti e un documento ufficiale che apra la porta all’autoimprenditorialità.

Sul fronte regionale, invece, i passi fatti sono da gigante grazie anche al lavoro costante e al rapporto strutturato tra l’Associazione degli enti di previdenza privati e le stesse Amministrazioni. I nuovi bandi sono attivati, altri seguiranno a breve e il dialogo è sempre più stretto.

Ora quell’accesso al credito monopolizzato per lo più dal Sistema bancario non è più un miraggio.