Long term care. Cerrato: “Persone non solo iscritti”

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“Voglio trovare un senso a questa vita anche se questa vita un senso non ce l’ha”, cantava Vasco Rossi. Un senso che invece il presidente della Casagit, la Cassa di assistenza dei giornalisti italiani, ha ben chiaro soprattutto per quanto riguarda gli iscritti che nella nostra breve intervista puntualizza più volte “sono soprattutto persone”. E lo sono a maggior ragione se parliamo di non autosufficienza. E non a caso Daniele Cerrato parte dal tema di quella che viene definita Long term care ossia un’assistenza sanitaria che comprenda tutta l’intera vita, non solo quella attiva, lavorativa.

“C’è un ragionamento politico da fare. Oggi le categorie protette che in qualche maniera hanno un proprio welfare e già hanno un welfare complessivo e quindi anche sanitario hanno la forza di dare avvio a parer mio al tema del long term. La ltc è il tema dei prossimi anni. Non ci basta evidentemente avere una certezza oggi , noi abbiamo la necessità di avere una certezza in prospettiva. Sul long term care si stanno affacciando soggetti diversi ed ognuno fa il proprio mestiere. Cioè le assicurazioni hanno sicuramente interesse ad occuparsi di questo tema, per carità lo facciano ,noi non abbiamo alcun problema. Noi abbiamo il problema dei nostri iscritti, dobbiamo occuparci di persone, non di soggetti oggi iscritti e domani non più iscritti ad un ordine professionale, ma semplicemente di persone. Quindi se noi qui rappresentiamo come AdEPP una serie di categorie professionali, che sono considerate in taluni casi anche privilegiate e non lo sono perché i privilegi se li pagano di tasca propria, tanto per essere chiari,  da qui potremmo partire con una idea di coniugazione della Long term care completamente diversa.”

Un’idea di sistema quindi?

“Un’idea che deve essere di Sistema perchè ogni singola Cassa non può evidentemente far fronte ad una massa critica che, per stare in equilibrio, deve comprendere tra i 20 e i 30 mila iscritti. Se noi mettiamo insieme tutte le nostre Casse è evidente che le prospettive di reggere l’equilibrio sono diverse così come è altrettanto evidente che riusciremmo ad abbassare la quota di ingresso per usufruire di una forma di assistenza che copra tutto l’arco della vita. Inoltre, se noi la creiamo partendo dalle esperienze che già esistono all’interno del Sistema AdEPP, tra tutte ad esempio ce ne sono due, Casagit ed Onaosi, che si occupano già di tutela della salute, è evidente che metteremmo a frutto i passi fatti finora. La nostra diversità è una forza che dobbiamo mettere sul tavolo”.

Alcune Casse di previdenza attraverso assicurazioni hanno già previsto per i propri iscritti forme di Long Term Care. La Cassa dei geometri ad esempio o l’Enpacl. Per quest’ultima, ad esempio, come riportato sul proprio sito,”La polizza LTC prevede una copertura base e supplementare collettiva, il cui onere è a totale carico dell’Ente. La copertura assicurativa annuale va dal 1 marzo al 28 (29) febbraio dell’anno successivo. I pensionati che cessino l’attività professionale, hanno la possibilità di mantenere la Convenzione Long Term Care a titolo individuale, con onere a proprio carico, a condizione che non vi sia soluzione di continuità con l’adesione in forma collettiva quale Professionista iscritto all’Enpacl”.

Ed è il punto esattamente sollevato dal presidente Cerrato quando dice: “dobbiamo occuparci di persone, non di soggetti oggi iscritti e domani non più iscritti ad un ordine professionale, ma semplicemente di persone”,  con una visione, anzi un senso che apre a nuove prospettive e sicuramente a nuovi impegni da parte del Sistema AdEPP.