Come cambia e come sarà il lavoro del futuro? L’Europa risponde

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Responsabile dei social media, host Airbnb, influencer, ingegnere automobilistico senza conducente, produttore di podcast e operatore drone; questi sono solo alcuni dei lavori che non esistevano 10 anni fa. Cosa succederà nel futuro? Quali lavori scompariranno, quali verranno creati e perché? Quali nuove competenze saranno essenziali nel futuro mercato del lavoro? Quali nuove forme di lavoro stanno emergendo? Domande sulle quali riflette, cercando anche di dare possibili risposte, il polo scientifico e di conoscenze della Commissione europea che ha pubblicato, lo scorso 24 settembre, la relazione dal titolo “La natura mutevole del lavoro e delle competenze nell’era digitale”.

“La presente relazione – si legge nell’introduzione – mira a far luce su alcuni dei driver chiave che vale la pena prendere in considerazione quando si valuta l’effetto delle nuove tecnologie sul futuro del lavoro e delle competenze. Combina una sintesi delle prove scientifiche più recenti e solide disponibili con la ricerca originale del CCR su questioni che sono state spesso trascurate dagli studi esistenti. In particolare, il rapporto fornisce nuove intuizioni sull’interazione tra automazione e organizzazione del lavoro, l’estensione e la natura del lavoro sulla piattaforma e gli schemi dei cambiamenti occupazionali nelle regioni dell’UE”.

Ed ancora.

“Il primo capitolo discute l’impatto della tecnologia sull’occupazione. Esamina le stime più recenti sulla creazione e la distruzione di posti di lavoro indotti dalla tecnologia e fornisce nuove informazioni sul ruolo dell’organizzazione del lavoro nel modellare l’effetto delle nuove tecnologie sui mercati del lavoro. Il secondo capitolo discute in che modo le esigenze in termini di competenze si stanno spostando verso competenze digitali e non cognitive, dimostrando una crescente carenza di tali competenze nell’UE, che i sistemi educativi non stanno ancora affrontando completamente. Il terzo capitolo esamina le opportunità e le sfide legate alla recente tendenza al rialzo delle nuove forme di occupazione nell’UE, concentrandosi sui risultati della seconda ondata dell’indagine COLLEEM sul lavoro sulle piattaforme nell’UE. Il capitolo finale presenta i risultati di un nuovo studio del CCR-Eurofound sui modelli di cambiamento professionale nelle regioni dell’UE negli ultimi 15 anni, che mostra che i lavori a basso salario si sono sempre più concentrati nelle regioni periferiche mentre i lavori a salario più elevato stanno diventando sempre più concentrati nelle regioni capitali, portando a crescenti disparità territoriali, sia all’interno che all’interno degli Stati membri dell’UE”.

“I progressi tecnologici producono una rapida evoluzione del lavoro e delle competenze richieste dal mercato – ha dichiarato il Commissario per l’Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport e responsabile per il Centro comune di ricerca Tibor Navracsics – e l’UE è chiamata a rispondere con urgenza con strategie e politiche mirate. Solidi elementi di prova sono il primo passo per concepire politiche adeguate alle esigenze future e che garantiscano a tutti la possibilità di utilizzare le nuove tecnologie in modo sciolto, creativo e sicuro. La relazione di oggi contribuisce a suffragare importanti iniziative che ho avviato negli ultimi cinque anni, come il piano d’azione per l’istruzione digitale e lo spazio europeo dell’istruzione.”

La Commissaria per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori Marianne Thyssen ha aggiunto: “La tecnologia modifica i mercati del lavoro creando nuove forme di lavoro. Disporre di informazioni sull’impatto di questi cambiamenti sui lavoratori è fondamentale per garantire che da un lato abbiano le competenze richieste e dall’altro continuino a essere protetti. Durante il mio mandato ho lavorato sodo per promuovere lo sviluppo delle competenze, garantire l’accesso alla protezione sociale per tutti e offrire a tutti i lavoratori condizioni di lavoro prevedibili e trasparenti. Dobbiamo continuare a costruire su questi risultati per far sì che le nostre politiche sociali e del lavoro siano adatte allo scopo nel mercato del lavoro del 21° secolo.”

L’UE sta fronteggiando questa sfida dando priorità all’istruzione e alla dimensione sociale dell’Europa, come dimostrano ad esempio il pilastro europeo dei diritti sociali, annunciato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione nel novembre 2017 e il piano d’azione per l’istruzione digitale, che è un elemento fondamentale dello spazio europeo dell’istruzione, presentato dalla Commissione nel 2018.

L’Unione Europea ha inoltre avviato iniziative concrete che aiutano i cittadini a cogliere le opportunità del mondo digitale, compresa l’agenda per le competenze per l’Europanuove norme dell’UE relative a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili e una raccomandazione del Consiglio sull’accesso alla previdenza sociale. Infine, nel quadro del futuro bilancio a lungo termine dell’UE (2021-2027), la Commissione europea ha proposto un programma Europa digitale da 9,2 miliardi di euro per far fronte alle sfide digitali emergenti.