Commissione Europea. Digitale, finanza e la messa in campo di una nuova strategia

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“Il digitale è il futuro della finanza”, è quanto ha affermato il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, alla conferenza di chiusura di “2020 Digital Finance Outreach (DFO)”, un ciclo di eventi organizzato da Bruxelles per facilitare lo scambio di idee sul Fintech.

“La pandemia da covid-19 ha evidenziato quanto l’erogazione di servizi di finanza digitale sia vitale per la sopravvivenza delle imprese europee – ha detto Dombrovskis aprendo i lavori dell’evento conclusivo – ma è anche quanto mai evidente che dal punto di vista dei sevizi digitali il mercato unico europeo rimanga frammentato, ed è perciò necessaria un’azione di armonizzazione da parte delle istituzioni e degli Stati membri per rendere le imprese europee più competitive nei confronti di USA e Cina ed al contempo offrire una più ampia scelta ai consumatori”.

“Il digitale ha aiutato le persone a fare gli acquisti essenziali mantenendo la distanza sociale. I mercati dei capitali hanno continuato a funzionare. La digitalizzazione è stata vitale per la continuità dei business in quarantena – ha sottolineato Dombrovskis, – abbracciare la finanza digitale e renderla popolare aiuterà a creare lavoro e crescita in Europa”.

Per questo da tempo la Commissione sta lavorando ad una nuova strategia per la finanza digitale perché ha ricordato il Vice presidente “Le tecnologie digitali saranno essenziali nei prossimi anni per integrare ulteriormente i nostri mercati, finanziare le politiche chiave come il Green Deal europeo, costruire un’autentica Unione dei mercati dei capitali e sostenere il forte ruolo internazionale dell’Europa”.

Una strategia che deve avere, secondo gli intervenuti all’evento, tra le priorità la standardizzazione dei requisiti per l’identità digitale, l’incentivazione all’open banking e la definizione di obblighi di vigilanza specifici per categoria di strumento finanziario, con una particolare attenzione alla regolamentazione delle stablecoins. Il rischio digitale dovrà essere valutato, tenendo in considerazione la sua componente sistemica.

Nel corso del primo panel, infatti, Laura Manescu, specialista Fintech, Modex, ha esortato il Parlamento europeo a far maggior uso dei Regolamenti piuttosto che delle direttive, per far sì che la legislazione a livello nazionale venga aggiornata. I partecipanti al secondo panel, invece, hanno espresso preoccupazione per la sovra-regolamentazione del settore finanziario, preferendo a nuove azioni legislative una revisione delle esistenti normative.

È opinione condivisa, tuttavia, che l’opera di armonizzazione dovrà essere effettuata tanto sul piano legislativo che nell’ambito delle autorità di vigilanza.Una criticità rilevata da Karel Baert, Febelfin, e Judith Arnal Martinez, Direttore del Tesoro spagnolo, è la necessità di una maggiore tutela per il consumatore ed una parallela azione di educazione finanziaria dei clienti retail nell’ambito del consenso informato.

Antonella Sciarrone Alibrandi, Professoressa all’Università Cattolica del Sacro Cuore, membro del ROFIEG, ha infine constatato la difficoltà oggettiva a far dialogare le aziende Big Tech con le istituzioni finanziarie e le PMI.I rappresentanti delle istituzioni hanno assicurato che i feedback ricevuti nel corso dei DFO, della conferenza di chiusura e nell’ambito della consultazione in corso saranno la base di partenza nella redazione della strategia europea per la finanza digitale.

Da sottolineare che nel frattempo la Commissione europea ha messo in campo ”Digital Europe” il nuovo programma di finanziamento interamente dedicato alla trasformazione digitale per il periodo 2021-2027. Calcolo ad alte prestazioni, intelligenza artificiale, cybersicurezza, competenze digitali, capacità digitale e interoperabilità sono i pilastri del programma che ha un budget di oltre 8 miliardi di euro.