Report Covip. Il focus sulle Casse

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“Dal 2011, proprio in forza dell’esperienza maturata nel contiguo settore dei fondi pensione, la COVIP vigila anche sugli investimenti delle casse professionali, in un assetto articolato di controlli in cui l’Autorità opera in raccordo con i Ministeri del Lavoro e dell’Economia, cui spetta la verifica della complessiva stabilità degli enti” è l’incipit del focus sulle Casse di previdenza contenuto nel report annuale (in allegato) dell’ente vigilante presieduto da Mario Padula che, nel suo intervento video ha voluto sottolineare che “Pur nella perdurante assenza del Regolamento in materia di disciplina degli investimenti previsto dal Decreto-legge 98/2011, la COVIP ha comunque svolto la propria funzione di vigilanza, trasmettendo annualmente analitici referti ai Ministeri del Lavoro e dell’Economia a consuntivo delle gestioni di ciascuna delle 20 casse e svolgendo diversi approfondimenti su specifici aspetti della gestione, anche attraverso iniziative di carattere ispettivo”.

 Ed ecco allora alcuni dati contenuti nel report

Alla fine del 2018, le attività complessivamente detenute dalle casse ammontano, a valori di mercato, a 87 miliardi di euro (+1,9%). Dal 2011 al 2018 tali attività sono cresciute complessivamente da 55,7 a 87 miliardi di euro, con un incremento del 56,2%. A fronte di una sostenuta dinamica di crescita nell’aggregato, permangono differenze, anche ampie, nelle attività delle casse: circa il 73% dell’attivo è di pertinenza dei 5 enti di dimensioni maggiori, i primi 3 raggruppano circa il 54% del totale. Al 2018 solo in 2 casse le prestazioni superano i contributi; in tutti gli altri casi la differenza è positiva, con un’ampiezza variabile tra i singoli enti. Tenendo conto anche delle componenti obbligazionaria e azionaria sottostanti gli OICVM detenuti, la quota più rilevante delle attività è costituita da titoli di debito, pari a 32,6 miliardi di euro (corrispondenti al 37,5% del totale).

La composizione delle attività detenute continua a caratterizzarsi per la cospicua presenza di investimenti immobiliari, che nel complesso (cespiti di proprietà, fondi immobiliari e partecipazioni in società immobiliari controllate) si attestano a 19,8 miliardi di euro (22,7% del totale). Nel quinquennio 2014-2018 l’incidenza di tale componente è comunque diminuita di circa 4 punti percentuali. Va peraltro osservato che in 6 casi la componente immobiliare supera il 30% delle attività e in uno di questi l’incidenza è superiore al 50%.

Gli investimenti nell’economia italiana, ossia in immobili e in titoli domestici, ammontano a 35 miliardi di euro, pari al 40,2% delle attività totali, mentre gli investimenti non domestici si attestano a 38,2 miliardi di euro, corrispondenti al 43,9% delle attività totali. La residua quota del 15,9% delle attività totali è costituita essenzialmente da liquidità e da crediti contributivi.

E le considerazioni ……

Sugli assetti regolamentari delle casse in materia di investimento pesa l’assenza di un quadro normativo cogente e unitario, causandone una varietà più ampia di quella che la peculiarità delle singole casse può giustificare. I documenti che a vario titolo trattano il tema degli investimenti risultano notevolmente articolati quanto a struttura e contenuti, talvolta senza il necessario coordinamento.

Anche gli assetti organizzativi delle casse in materia di investimenti risultano variamente articolati, pure in funzione della accentuata diversità della dimensione delle attività detenute e della complessità della politica di investimento perseguita. In relazione a tali assetti, che in taluni casi hanno anche evidenziato qualche elemento di fragilità, l’attività della COVIP ha stimolato un percorso di progressivo rafforzamento

Dal rafforzamento strutturale dipende anche il ruolo che i fondi pensione, così come le casse professionali, possono svolgere per lo sviluppo dei mercati finanziari e la crescita dell’economia: come soggetti depositari di un capitale paziente che guarda al lungo periodo, possono fornire un contributo di liquidità e quindi di stabilizzazione a mercati la cui volatilità questa crisi ha particolarmente accresciuto.

Per esercitare pienamente questo ruolo occorrono soggetti in grado di operare in condizioni di incertezza, adottando decisioni che sono rese sempre più complesse dall’evoluzione continua degli strumenti di investimento e dello stesso universo investibile, che ora, anche con riguardo al nostro Paese, comincia ad includere attività non tradizionali, tipicamente non negoziate nei mercati regolamentati, caratterizzate da un più elevato grado di illiquidità. In questo contesto, oltre al rafforzamento strutturale, appaiono elementi decisivi la chiarezza, la tracciabilità e la trasparenza dei processi decisionali insieme con l’efficienza dei processi operativi.

Tali elementi sono un essenziale presidio per la tutela degli interessi degli iscritti, cui anche l’attività della COVIP è preordinata.

Occorre tuttavia che le scelte e le responsabilità che competono ai singoli operatori possano inquadrarsi in una cornice normativa sufficientemente stabile e nel contesto di politiche economiche e finanziarie a sostegno della ripresa che, superati i – pur necessari – interventi immediati, sappiano individuare con lungimiranza le migliori soluzioni in un piano strategico di interventi per il Paese.

Bisogna favorire lo sviluppo di quelle iniziative destinate al finanziamento della crescita delle imprese e delle infrastrutture del nostro Paese, con cui meritoriamente i fondi pensione hanno già cominciato a misurarsi. Occorre dunque ripensare, in un’ottica di rinnovata progettualità per il Paese, al ruolo che non solo gli investitori istituzionali ma anche il risparmio privato in generale possono svolgere per la crescita dell’economia e lo sviluppo dei mercati finanziari, affrontando con coraggio i problemi che un’economia, come quella italiana, pone anche in relazione al suo tessuto industriale e al suo mercato dei capitali, che non vanno riguardati come parametri, ma piuttosto come variabili, in un modello più moderno che sappia cogliere le sfide che nell’ultimo ventennio si sono presentate e quelle che nel prossimo futuro si presenteranno.

Le considerazioni svolte circa l’importanza, anzi la necessità, di un rafforzamento strutturale valgono vieppiù per le casse professionali che gestiscono ingenti risorse di risparmio obbligatorio. Sotto tale profilo, le casse professionali registrano tuttavia un significativo ritardo normativo rispetto ai fondi pensione. Continua ad ampliarsi, anche per effetto dell’incidenza della disciplina di origine comunitaria, il divario tra la regolamentazione normativa dei fondi pensione e quella relativa alle casse professionali, che restano gli unici investitori istituzionali affrancati da una regolamentazione unitaria in materia di investimenti.

Ancora una volta si deve richiamare l’esigenza di portare rapidamente a completamento l’iter di adozione del Regolamento interministeriale di cui al Decreto legge 98/2011, che fornirebbe una cornice normativa, da un lato, oggettivamente necessaria per favorire il processo volto a rafforzare le procedure e gli assetti organizzativi professionali e tecnici delle casse e ad assicurare un efficace monitoraggio dei rischi assunti nella gestione; dall’altro, sufficientemente flessibile da consentire ai singoli enti l’adozione di scelte gestionali autonome e responsabili in ragione delle rispettive specificità.

L’adozione del Regolamento contribuirebbe poi anche al miglioramento dell’assetto della vigilanza; un contesto adeguatamente disciplinato e regolato faciliterebbe infatti l’azione di controllo cui la COVIP è chiamata, consentendo alla stessa di inserirsi in un alveo caratterizzato da regole chiare ed omogenee.

Nel corso del 2019 la COVIP ha avviato i lavori per la messa a punto di un nuovo sistema di segnalazioni per le casse professionali, con l’obiettivo di accrescere il patrimonio di informazioni sulle attività detenute da detti enti e sulla relativa redditività, funzionali a predisporre i referti che l’Autorità è tenuta a trasmettere annualmente ai Ministeri del Lavoro e dell’Economia.

Nel valutare l’esigenza di un aggiornamento evolutivo degli schemi e delle metodologie in essere già da diversi anni, è stato quindi avviato un percorso destinato a ricalcare quanto già fatto con successo per i fondi pensione, al fine di innalzare il livello di automazione del sistema e di flessibilità nel suo utilizzo, consentire una più organica valutazione dei portafogli, semplificare e ridurre gli oneri amministrativi, accrescere la qualità dei dati trasmessi grazie all’implementazione di controlli automatici.