Equo compenso. Il Mise lo ignora

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“Inaccettabile” che il governo, attraverso l’avviso del ministero dello Sviluppo economico per l’elaborazione del “Libro Bianco sulla comunicazione nei processi di trasformazione digitale”, pensi di render efficiente la Pubblica amministrazione “facendo leva sulle alte competenze dei professionisti”, ma richiedendo loro (in un “periodo già critico per l’economia”) prestazioni a titolo gratuito. È montata in poche ore l’indignazione di Ordini e sindacati di diverse categorie alla notizia (diffusa ieri da ItaliaOggi) che il dicastero guidato da Stefano Patuanelli ha avviato una selezione per comporre un gruppo di lavoro, presieduto dal sottosegretario Mirella Liuzzi (M5s), avvalendosi del contributo di 21 “personalità del mondo dell’accademia, della ricerca, delle professioni e della consulenza», per la redazione di un testo sulle innovative modalità comunicative. A patto, però, che l’attività sia «senza oneri a carico della finanza pubblica”.

L’articolo a firma Simona D’Alessio raccoglie le “condanne”, per il bando pubblicato dal Mise, del Cup (Comitato unitario delle professioni), di Confprofessioni e del deputato di Fi Andrea Mandelli.

I professionisti, si sfoga la presidente del (Cup) Marina Calderone, meriterebbero «identiche attenzioni di altri segmenti ben più sostenuti, come avvenuto coi contributi a fondo perduto per fronteggiare l’emergenza Covid-19 e con la riduzione del cuneo fiscale», inoltre, s’inserisce il numero due del Consiglio nazionale dei commercialisti Giorgio Luchetta, «è ancor più sorprendente» il bando, «se si ricorda che, pochi mesi fa, un caso analogo di consulenti non pagati nella Commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario suscitò un’aspra polemica», quando fu rivelato dal senatore di Fdi Andrea de Bertoldi (si veda ItaliaOggi del 27 febbraio 2020); l’iniziativa «addolora» il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella («proprio il ministero dello Sviluppo economico, non più di un anno fa», afferma, «s’era impegnato ad aggiornare i parametri giudiziali per un compenso dignitoso per tutti i professionisti»), che invita al «boicottaggio» di simili selezioni pubbliche, mentre i sindacati dei commercialisti Anc, Sic, Unagraco e Unico chiedono che il dicastero «corregga il tiro», stabilendo una remunerazione per i 21 soggetti, una volta scelti.

«Nella migliore delle ipotesi», commenta con amarezza il deputato di Fi Andrea Mandelli, «si otterrà una stretta di mano», tuttavia, «sulle competenze non si transige», vista la «comprovata esperienza» richiesta ai candidati. Una «scelta assurda» ed una «violazione della normativa sull’equo compenso», chiosa de Bertoldi (che ha presentato un’interrogazione a Patuanelli, perché «faccia chiarezza su questa vicenda»), che «potrebbe comportare l’annullamento del bando».