Inpgi. L’Italia si mobilita

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Da nord e sud non c’è città italiana che non ha visto, in questi giorni, sit in di giornalisti, e non solo, scesi in piazza per chiedere al Governo e al Parlamento di prendere in esame le soluzioni che possano evitare il commissariamento del proprio ente di previdena.

Non solo giornalisti perchè proprio dal mondo politico arrivano le prime adesioni e parole di “sostegno”. Da Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, a Luca Zingaretti governatore del Lazio. Ricordando tutti che “il diritto all’informazione è sancito dalla Costituzione italiana” .

Il Sottosegretario all’editoria, Giuseppe Moles ha sottolineato: “Auspico un rapido recepimento della direttiva sul copyright e so bene della necessità di misure che garantiscano i livelli occupazionali che mettano fine al precariato. Il mio impegno c’è, e mi auguro che si arrivi a soluzioni che diano ristoro a tutti. Credo che questo Governo possa mettere in campo strumenti utili per fare qualcosa di positivo”.

“Sull’Inpgi non ho competenza e delega – ha proseguito – ma stiamo dando il nostro contributo e mi auguro che con il ministro Orlando si possa raggiungere una soluzione positiva perché fondamentale che si tuteli l’istituto”.

Da Milano, collegata dal presidio dell’Associazione lombarda dei giornalisti con il presidente Alg Paolo Perucchini e la segretaria generale aggiunta della Fnsi, Anna Del Freo, la presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni, ha ribadito: “Se non c’è lavoro regolare l’Istituto di previdenza non può sostenersi da solo. È importante capire che il problema Inpgi non può essere risolto se non viene affrontato nel complesso di una vertenza informazione e non si risolverà fino a quando il mercato del lavoro sarà così depresso. Serve un tavolo in cui si parli non solo di tagli, ma di futuro, di posti di lavoro e, di conseguenza, di nuove entrate per il nostro ente di previdenza”.

“Siamo in piazza in tutta Italia per raccontare anche dai territori i problemi della categoria”, ha evidenziato da Pescara il segretario del Sindacato giornalisti abruzzesi, Ezio Cerasi.

“Non c’è più tempo”, ha scandito da Potenza il presidente dell’Associazione della stampa della Basilicata, Angelo Oliveto.

A Napoli spazio alle testimonianze dei cronisti precari e minacciati per via del loro lavoro, in piazza con il segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Claudio Silvestri.

Da Torino la segretaria dell’Assostampa subalpina, Silvia Garbarino, ha lanciato una nuova mobilitazione dei giornalisti piemontesi per prossimo 19 giugno.

Da Bari il racconto della precarietà nel settore è stato affidato al collega Francesco Monteleone.

A Firenze insieme con il presidente dell’Ast Sandro Bennucci, anche il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti, Carlo Bartoli, i presidenti del Consiglio e della Giunta Regionali, i colleghi dei Comitati di redazione.

Da Perugia il presidente dell’Asu, Marco Baruffi, ha sottolineato la necessità che anche le istituzioni locali sostengano il settore dell’informazione, a tutela dei posti di lavoro e del diritto dei cittadini ad essere informati.

Tutti temi comuni anche ai giornalisti in piazza ad Aosta: il precariato selvaggio, il lavoro troppo spesso pagato poco e male, lo spettro del commissariamento dell’Inpgi.

Altre mobilitazioni si sono tenute a Bologna, Genova, Palermo, Trento, Trieste. In tutte le città, a margine dei presidi, delegazioni di manifestanti sono state ricevute dai prefetti.

Al termine dell’iniziativa di Roma, una delegazione guidata dal segretario generale Lorusso è stata ricevuta dalla dottoressa Elisabetta Cesqui, capo di Gabinetto del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, alla quale i giornalisti hanno consegnato il documento della manifestazione.