Donne e lavoro, ancora lontana la ripressa

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“Cresce l’appeal di laureate e lavoratrici ad alta qualificazione sul mercato: il 66,3% delle nuove assunzioni tra gennaio e settembre 2021 ha interessato questi profili. E anche in settori a tradizionale vocazione maschile (ingegneria, scienze matematiche, informatica”. È ciò che emerge dal dossier di Fondazione Studi Consulenti del Lavoro dal titolo “Donne e lavoro: ancora lontana la ripresa occupazionale” realizzato a partire dall’analisi coordinata dei dati Istat contenuti nell’indagine mensile sulle Forze Lavoro e di quelli delle Comunicazioni Obbligatorie del Ministero del Lavoro riferiti alle nuove attivazioni.).

Il dossier mette a fuoco le criticità occupazionali che donne e uomini hanno riscontrato nel 2021, soffermandosi sull’attenzione che il mercato del lavoro ha riconosciuto ai profili professionali più qualificati dell’offerta femminile, ma anche su tipologie contrattuali, modalità di lavoro, settori traino e differenze a livello geografico, altri ambiti d’indagine.

Un dato su tutti conferma anche il gap territoriale

 

Alcuni dati

Rispetto ai primi nove mesi del 2019, crescono nello stesso periodo del 2021 le assunzioni delle laureate che hanno rappresentato il 18,4% delle neoassunte (8,5% tra gli uomini).

Su 100 laureati che hanno sottoscritto un nuovo contratto, 65 sono donne. Entrando nel dettaglio delle singole professioni, i profili che hanno mostrato maggiore dinamicità sono anche quelli dove persiste ancora un divario di genere.

A registrare la maggiore crescita (+40,2%) sono, infatti, donne ingegnere e architette, seguite dalle specialiste della salute (+33,6%), della formazione e della ricerca (+26,9%) e specialiste in scienze matematiche, informatiche e chimiche (+19,5%).

Riguardo alle tipologie contrattuali si evidenzia come l’incertezza del quadro congiunturale e la giovane età delle neoassunte abbiano determinato un massiccio ricorso a contratti temporanei.

Solo il 21,3% delle donne è assunta a tempo indeterminato, mentre la maggioranza (64%) ha avuto un contratto a termine. Ma è l’elevata incidenza del part time sulle nuove attivazioni a distinguere le donne rispetto agli uomini; solo una donna su due (49,2%) nei primi nove mesi del 2021 ha firmato un contratto a tempo pieno, mentre tra gli uomini la percentuale è del 68,7%. Istruzione (+32,2%), sanità (+ 14,3%) e pubblica amministrazione (+12,1%) restano i settori che trainano l’occupazione femminile, anche per via della mobilità interna.

Nel 2021, il 32,4% delle donne ha trovato lavoro al Sud, unica area del Paese dove, rispetto al 2019, non si è registrata una contrazione delle assunzioni.

Resta ancora un forte divario tra uomini e donne nell’accesso a nuove opportunità di lavoro, benché la situazione sia eterogenea sul territorio. In equilibrio la Sardegna (50,1% delle nuove assunzioni riguarda le donne), Piemonte (49,5%), Marche (49,2%), Toscana e Umbria (48,8%). «