Meno donne nei corsi Stem, quasi eliminato il gap nei social network

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Female scientist head with long hair thinking about complex science knowledge vector illustration. International Day of Women and Girls in Science poster background.

Dall’indagine “Women in tech: The best bet to solve Europe’s talent shortage” emergono alcuni dati importanti. Primo tra tutti quello che evidenzia il  calo significativo della percentuale di donne nei corsi Stem. Un deficit che, secondo la ricerca, “si verifica in due momenti: durante la transizione dall’istruzione primaria e secondaria all’università, quando la percentuale scende di 18 punti percentuali, e durante la transizione dall’università alla forza lavoro, quando scende di altri 15 punti”.

Diversa è la situazione della presenza femminile all’interno di aziende tecnologiche (come i social network) dove il gap di genere è pressoché eliminato.

Inoltre, la quota di donne nella forza lavoro è più bassa nei ruoli tecnologici che stanno crescendo più rapidamente, come DevOps e cloud. Ai ritmi attuali, la quota di donne che svolgono professioni tech in Europa è destinata ad arrivare al 21% entro il 2027.

Cosa fare? Secondo l’indagine si potrebbero mettere in campo quattro interventi:

  • Consentire alle donne del settore tecnologico di affermarsi sul lavoro

Secondo l’analisi condotta da McKinsey il numero di donne che ricoprono ruoli nel settore tech potrebbe aumentare di 480.000 persone, fino a raggiungere il milione, se le aziende, e gli uomini in posizioni di influenza, fornissero alle donne il supporto necessario per crescere e affermarsi Le aziende dovrebbero iniziare con un piano completo che affronti attivamente i punti dolenti e le esigenze delle donne. Circa il 70% delle donne nel settore tecnologico, infatti, sente di dover lavorare di più e di dover dimostrare il proprio valore a causa del proprio sesso. Migliorare la flessibilità sul lavoro può inoltre impattare positivamente. Circa il 7% delle donne europee (contro lo 0,5% degli uomini)è fuori dal mondo del lavoro a causa delle responsabilità di caregiving. Quasi una donna su quattro cita la mancanza di equilibrio tra lavoro e vita privata come una delle ragioni principali per cui ha abbandonato la carriera nel settore tecnologico. Offrire programmi di lavoro a distanza o ibridi, orari di lavoro flessibili e assistenza all’infanzia in loco, ad esempio, può fare una grande differenza.

  • Dare alle donne un motivo per rimanere nel settore tecnologico

Oltre la metà delle donne che lavorano nel settore tecnologico lo abbandonano a metà carriera – più del doppio degli uomini – con il risultato che molte meno donne raggiungono ruoli di leadership. Migliorando la fidelizzazione delle donne, le aziende europee potrebbero aumentare la loro presenza nel settore tecnologico da 370.000 a 440.000 persone. Due le ragioni principali di abbandono: la prima è che le aziende non forniscono alle donne un supporto sufficientemente solido da parte del management e/o buone opportunità. Il secondo problema è che le donne che aspirano a ricoprire ruoli migliori nel settore tech spesso sentono di dover cambiare datore di lavoro. Questo fa parte di una tendenza più ampia: secondo una ricerca McKinsey cambiare datore di lavoro è lastrada intrapresa da quasi l’80% di tutti i lavoratori che vogliono migliorare il proprio ruolo. Anche se le ragioni per cambiare datore di lavoro variano, offrire percorsi di carriera flessibili e lavorare proattivamente con le donne per esplorare nuovi percorsi nel loro sviluppo di carriera può aiutare le organizzazioni a trattenerle.

 

  • Assicurarsi che le donne ricoprano ruoli tecnologici rilevanti

Molte donne lavorano nei ruoli tecnologici in più rapido declino, come gli amministratori di sistema e gli analisti programmatori, che sono anche i ruoli che sono stati colpiti dalle recenti ondate di licenziamenti nel settore tecnologico. Le aziende dovrebbero concentrarsi sull’assunzione e sulla formazione di donne che vadano a ricoprire quei ruoli che stanno acquisendo importanza nel mercato e nella società, come i responsabili di prodotto, gli ingegneri dell’apprendimento automatico e gli esperti di intelligenza artificiale. Le aziende potrebbero prendere esempio dalle imprese tecnologiche, dove oggi circa il 44% delle donne che ricoprono ruoli tecnologici provengono da percorsi di studio non scientificie imparano sul posto di lavoro. Il potenziale che può essere sbloccato con la ridistribuzione dei ruoli proviene da due gruppi. Il primo è costituito dalle donne europee che possiedono le competenze tecnologiche più richieste, come Sql e Python, ma che lavorano in ruoli non tecnologici (270.000-850.000 donne), il 39% delle quali ha una formazione Stem e il 3% no. Il secondo gruppo è composto da donne europee con competenze tecnologiche attigue a quelle più richieste, ad esempio C++, Java e Linux, e che hanno già le basi per imparare Python.

 

  • Rispondere al calo delle materie Stem all’università
    Far sì che un maggior numero di ragazze scelga una specializzazione Stem è una grande ambizione, ma non servirà a molto. Considerando gli attuali tassi di abbandono nei corsi di laurea, anche se i paesi europei riuscissero ad aumentare dell’1% il numero di ragazze che si iscrivono ai corsi universitari Stem (circa 300.000 donne), questo porterebbe solo a circa 15.000 donne in più che intraprendono ruoli tecnologici fino al 2027. L’offerta di programmi di sostegno alle donne che già frequentano corsi universitari Stem può invece avere un impatto maggiore. Iniziative come offrire maggiori e migliori opportunità di tirocinio, fornire mentoring e coaching alle donneche si preparano a entrare nel mondo del lavoro può aiutare ad aumentare i tassi di laurea delle donne nelle Stem e aumentare il loro numero complessivo nel settore tecnologico di circa 695.000 persone.