Futuro quadro dei fondi strutturali dell’UE

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La Commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento europeo ha presentato il 26 giugno un progetto di relazione sulla ridefinizione del futuro quadro dei fondi strutturali dell’Unione europea per sostenere le regioni particolarmente colpite dalle sfide legate alle transizioni automobilistica, verde e digitale.

L’UE deve affrontare attualmente diverse trasformazioni che avvengono contemporaneamente, animata dalla necessità di contrastare il cambiamento climatico, far progredire la digitalizzazione e promuovere la crescita economica sostenibile.

La relazione funge da contributo al futuro della politica di coesione, evidenziando il suo ruolo centrale nel garantire una coesione economica, sociale e territoriale in tutte le regioni europee, in particolare in quelle in cui l’impatto delle transizioni verde, digitale e del settore automobilistico è accentuato.

Nel progetto si propone, in assenza di misure di sostegno e finanziamenti specifici per le regioni europee il cui PIL è prodotto principalmente dal settore automobilistico, di riplasmare il futuro quadro dei fondi strutturali e di investimento dell’UE.
Trattandosi di fondi che prevedono una strategia di investimento nel lungo termine, essi dovrebbero dotare le regioni dei mezzi necessari per affrontare le necessarie transizioni industriale, ecologica, digitale e demografica. Tali transizioni rappresentano delle sfide significative per l’obiettivo della coesione economica, sociale e territoriale, sancita nei trattati e c’è il rischio che esse comportino l’ampliamento delle disparità regionali e una crescente “geografia del malcontento”.

La Commissione Regio raccomanda pertanto l’inclusione di un nuovo obiettivo strategico sulla transizione industriale nella politica di coesione post-2027 e sottolinea che tale obiettivo dovrebbe promuovere l’autonomia strategia europea e affrontare gli effetti avversi delle transizioni verde e digitale, in particolare concentrandosi sull’attenuazione delle ripercussioni negative sull’occupazione attraverso il sostegno e la diversificazione delle economie locali e regionali.
Secondo gli europarlamentari la politica di coesione dell’UE dopo il 2027 dovrebbe seguire un approccio più mirato e differenziato, passando dall’utilizzo di criteri relativi al reddito per
determinare il livello di sostegno, a criteri che tengano conto anche delle caratteristiche regionali e del futuro potenziale di crescita, quale il tasso di disoccupazione giovanile, la dipendenza dei posti di lavoro dai settori di transizione e gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo o il divario di competenze esistente.

Nella raccomandazione si chiede la creazione di un nuovo “Fondo per una transizione giusta 2.0” nell’imminente periodo di programmazione dopo il 2027 e si invita la Commissione a estendere l’approccio basato sul principio “finanziamento non collegato ai costi” (come nel PNRR) al fine di ridurre gli esercizi di rendicontazione e focalizzare maggiormente l’attenzione sugli esiti e gli impatti piuttosto che sulla spesa (si potrebbero così conseguire un’attuazione e un impiego più efficienti dei fondi).

La Commissione Regio chiede inoltre di creare regioni resilienti con il supporto della politica di coesione per un futuro più verde e pronto per l’era digitale. Infine, sottolinea la necessità di una transizione giusta proprio per le regioni automobilistiche.
La decarbonizzazione del trasporto stradale dovrebbe seguire una strategia ben pianificata a garanzia di una transizione agevole e socialmente accettabile per le imprese e i lavoratori interessati, in particolare per coloro che operano nelle regioni meno sviluppate e nelle regioni che affrontano sfide demografiche e territoriali.
Tale strategia debba comprendere un piano dettagliato per la riqualificazione dei lavoratori, fornendo opzioni di occupazione per le persone attualmente impiegate nel settore automobilistico e offrendo incentivi e sostegno volti a garantire che i nuovi impianti industriali risultanti dalla transizione rimangano nella regione, mantenendo gli effetti di ricaduta in tali zone.

Lo scenario

Nella relazione si approfondiscono le sfide e le opportunità presentate dalle transizioni industriale, ecologica, digitale, demografica e dell’industria automobilistica, con l’obiettivo di fornire raccomandazioni strategiche che plasmeranno il futuro quadro dei fondi strutturali dell’UE.
La richiesta parte da una più ampia riflessione della commissione parlamentare sulle recenti proposte regolamentari dell’UE quali il pacchetto “Pronti per il 55 %” del 14 luglio 2021, il regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 giugno 2021, che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica, il regolamento sul rafforzamento dei livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli commerciali leggeri nuovi dell’aprile 2023, il regolamento sul piano REPowerEU nei PNNR, la proposta di regolamento della Commissione del 2019 per rafforzare i livelli di prestazione in materia di emissioni di CO₂ dei veicoli pesanti nuovi, la proposta di regolamento della Commissione sull’omologazione di veicoli a motore e motori, nonché di sistemi, componenti ed entità tecniche indipendenti destinati a tali veicoli, per quanto riguarda le relative emissioni e la durabilità delle batterie (Euro 7) del 2022, la proposta di regolamento della Commissione che istituisce un quadro per garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche, la comunicazione della Commissione, del 1° febbraio 2023, dal titolo “Un piano industriale del Green Deal per l’era a zero emissioni nette”, la relazione della Commissione del 30 gennaio 2023 dal titolo “Fondi strutturali e d’investimento europei – Relazione di sintesi 2022 sulle relazioni annuali di attuazione dei programmi riguardanti l’attuazione nel periodo 2014-2020”, la comunicazione della Commissione del 4 febbraio 2022 sull’ottava relazione sulla coesione: la coesione in Europa in vista del 2050.

Le transizioni verde e digitale faranno emergere nuove sfide e nuove opportunità per la coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione europea. Tenuto conto di ciò, le politiche dell’UE legate al clima dovrebbero essere realizzate accuratamente considerando il significativo impatto economico, sociale e politico che esse possono avere sulle regioni, al fine di promuovere la
resilienza e ridurre le disparità attraverso un sostegno e strategie mirati.
Tra le varie regioni europee vi sono profonde divergenze socioeconomiche e demografiche, di conseguenza non può esistere un’unica soluzione; tuttavia, i Fondi strutturali e d’investimento europei (Fondi SIE) rappresentano uno strumento di investimento dell’UE particolarmente idoneo a ridurre l’onere che grava sulle regioni più colpite dalle transizioni verde e digitale e dalla transizione del settore automobilistico.
Eppure, è necessario evidenziare che l’uso combinato delle risorse di bilancio dell’UE a titolo del quadro finanziario pluriennale (QFP) e del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) ha creato difficoltà notevoli per le regioni e per le autorità locali in termini di frammentazione politica, capacità amministrativa e complessità della pianificazione ed utilizzo dei fondi previsti per il
periodo 2021-2027.
Tanto più tale criticità è importante, se viene riferita a un settore come quello automobilistico che sta attraversando una profonda trasformazione dovuta all’adozione di tecnologie a zero/basse emissioni che ridefiniranno i modelli aziendali e le catene del valore all’interno del comparto e
comporteranno significativi cambiamenti sociali e occupazionali, con modelli che variano in base alla regione.

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