L’Ente nazionale di previdenza e assistenza a favore dei biologi (Enpab) è il primo ente di previdenza ad aver ottenuto la certificazione di parità di genere. «Un risultato importante che ci rende orgogliosi, soprattutto perché speriamo che questo atto sia di esempio e testimonianza per tutto il mondo del lavoro», commenta la presidente del Cda Tiziana Stallone. «Enpab – aggiunge – ha deciso volontariamente di intraprendere il percorso per certificarsi, dando un nome e una procedura a delle abitudini che non erano state mai formalizzate, esplicitate e forse valorizzate come avrebbero meritato. Oggi grazie a questo risultato siamo ancora più incentivati a compiere azioni mirate verso la parità di genere e a parlare di questo tema tra di noi e con le/i nostre/i iscritte/i».
Enpab ha ottenuto la certificazione di parità di genere dall’ente di accreditamento Bureau Veritas che ha esaminato dati quantitativi e qualitativi: dalle testimonianze dei dipendenti agli indicatori che possono contraddistinguere un’organizzazione inclusiva e rispettosa della parità di genere.
Nel dettaglio sono sei le aree tematiche su cui Enpab è stata valutata: cultura e strategia, governance, processi RU, opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda, equità remunerativa per genere e tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. Ogni area è contraddistinta da una percentuale che indica l’avanzamento nel tempo rispetto all’obiettivo dell’inclusione. Il grado di maturità di Enpab verrà aggiornato con un monitoraggio annuale e una verifica ogni due anni, come previsto dalla procedura.
«Credo che il confronto stimolato dalla compresenza di genere vada sempre considerato come un valore aggiunto – chiarisce la presidente Stallone – Per questo riteniamo la garanzia della parità di genere uno dei cardini della politica di Enpab». È dal 2015 che la presidente Stallone amministra Enpab, 8 anni in cui l’Ente è passato da 1 sola donna presente all’interno dei Consigli a un totale di 13 donne su 21, raggiungendo il 62% e andando così a costituire una rappresentanza più conforme alla platea degli iscritti (74% donne). «Per quanto riguarda il nostro compito istituzionale, ovvero la tutela degli iscritti, di fronte a una categoria professionale composta prevalentemente da donne giovani – spiega la presidente – abbiamo potenziato le forme di sostegno alla genitorialità e al lavoro nei momenti di difficoltà, favorendo percorsi di empowerment professionale, fondamentali per realizzarsi sul lavoro senza sacrificare la propria vita personale, qualsiasi essa sia».
Il concetto di gender equality nel mondo del lavoro purtroppo è ancora lontano dall’essere una realtà. Lo dicono i numeri: il Global Gender Gap Index vede l’Italia al 79° posto, mentre la Germania è al 6° e la Spagna al 18°. Non è un caso che la parità di genere e la lotta alla disparità salariale tra donne e uomini siano tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 ONU per lo Sviluppo Sostenibile e sempre per questo in Italia la legge 162/2021 sulla parità salariale ha introdotto la certificazione della parità di genere, prevista anche dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. A completamento del processo è intervenuta successivamente la UNI/PdR 125:2022 di marzo 2022, ovvero la prassi di riferimento contenente le linee guida con i parametri di riferimento per le aziende per conseguire la certificazione.
Per intraprendere questo percorso, Enpab a luglio 2023 ha istituito un Comitato Guida per le Diversità e l’Inclusione di Genere, la Commissione Parità di Genere, composta da cinque membri (la presidente Tiziana Stallone, il direttore generale Massimo Opromolla, la responsabile RU Marcella Giros, il responsabile dell’Ufficio Sistemi Informativi Michele Spanò e la responsabile dell’Ufficio Gare e appalti Giovanna Pisa) che, con la guida e il supporto della società di consulenza Jointly, ha lavorato con cura per raccogliere tutti i documenti, creare le procedure e portare avanti un piano di formazione e comunicazione per i dipendenti. «La nostra mission – chiosa la presidente – è continuare a mettere ognuno, sia i nostri iscritti che i nostri dipendenti, nelle condizioni di poter dare il meglio di sé in un ambiente dove ogni diversità continui ad essere un punto di forza».