Un anno di AdEPP

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Grandi eventi, audizioni, incontri e confronti, l’Europa sempre più in primo piano e molto molto altro ancora. Il 2023 per l’Associazione e il suo presidente, Alberto Oliveti, è stato un anno impegnativo ma coronato anche da tanti riconoscimenti per il lavoro fatto.

Raccontare tutto il “viaggio” in un solo articolo è impossibile, non resta, quindi, che ripercorrere alcuni appuntamenti che vedranno ancora l’Associazione impegnata nell’anno che verrà. Con una lente di ingrandimento sulla presenza di AdEPP in Europa.

30 Marzo a Roma si tengono “Gli Stati Generali delle Libere Professioni”

Sul palco si sono alternati Politici, esponenti del Governo, stakeholder e vertici del mondo economico e finanziario. Ma sono state le libere professioni a tenere banco, le sfide, le problematiche, le vecchie e nuove politiche di azione.

Ad aprire i lavori il Presidente AdEPP, Alberto Oliveti sottolineando che “Gli Enti di previdenza privati sono enti intermedi, non commerciali, senza scopo di lucro, che hanno una funzione pubblica di protezione sociale, a cui corrispondono dei diritti di privati. Sono enti rivolti ai professionisti iscritti ad albi tenuti da Ordini e Collegi professionali. Il loro compito è quello di trasformare i contributi obbligatori degli scritti in prestazioni previdenziali, gestendo un patrimonio che è fatto di contributi accantonati a garanzia della tenuta del sistema. Gli investimenti devono essere soprattutto diversificati, con un’attenzione alla ricaduta positiva sulle rispettive professioni da un lato, e sull’ economia del Paese dall’altro”.

“Io credo che questa sia la nostra principale responsabilità etica e sociale”. (L’intervento completo cliccando su https://www.adepp.info/2023/04/stati-generali-adepp-oliveti-guardare-avanti-in-maniera-logica-e-pragmatica/)

Nel suo intervento, la Ministra del Lavoro, Marina Calderone aveva sottolineato “I 107 miliardi di euro del patrimonio delle Casse previdenziali private, che afferiscono alla parte attiva del bilancio dello Stato, sono frutto dell’impegno e della lungimiranza delle classi professionali. Oggi le Casse di previdenza sono soggetti che erogano welfare a tutto tondo ed è una missione importante che va sottolineata. Ora la politica deve comprendere che è importante sostenere un settore così vitale. Dire che le nostre Casse sono gestori di welfare vuol dire anche un riconoscimento che sono fondamentali per garantire la crescita”.

Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del made in Italy, dal palco degli Stati Generali AdEPP, aveva detto “Non è lo Stato l’attore dell’economia, è l’impresa, è la persona, e quindi anche ovviamente, soprattutto nel contesto italiano fatto di una pluralità di soggetti che una volta appariva un’anomalia che oggi invece emerge come una risorsa, il mondo dei professionisti che agiscono creando e rappresentando un ecosistema particolarmente importante“.

“All’interno della riforma degli incentivi, noi semplificheremo le agevolazioni, nella consapevolezza che anche voi professionisti sapete quali possono essere gli ostacoli della burocrazia – aveva concluso Urso – E’ necessaria una politica industriale dove lo Stato deve avere un ruolo strategico e di indirizzo. Nel 2024 faremo una grande conferenza in occasione della presidenza italiana del G7”.

Uno sconto sulla tassazione, dal 26 al 20%, equiparando l’imposizione tributaria sui ricavi degli investimenti delle Casse ai Fondi pensione, è quanto aveva, invece, annunciato il Vice Ministro dell’Economia, Maurizio Leo.

“Il tema che voi trattate è di grande interesse e attualità per il comparto della fiscalità. Come voi sapete, il Governo ha approvato il Disegno di legge delega per la riforma del sistema tributario che attualmente è all’esame della Commissione Finanze alla Camera e all’interno di questo provvedimento – aveva spiegato Leo – è prevista non solo la revisione dei redditi finanziari, compendiando insieme sia i redditi di capitale che i redditi diversi di natura finanziaria,  ma si è pensato di allineare il trattamento tributario dei Fondi pensione con quello applicato ai rendimenti delle Casse di previdenza, tra cui ora c’è un disallineamento. Quindi, anche per le Casse di arrivare ad un’aliquota impositiva del 20% sul rendimento degli investimenti. Questo è un obiettivo che tendiamo perseguire con questa riforma, auspicando anche attraverso il risparmio che si otterrà ci potranno essere delle risorse indirizzate verso gli investimenti e titoli del debito pubblico”.

“Sarà mia cura, in relazione agli sviluppi di questa Legge delega – ha concluso il Vice Ministro – fornire gli aggiornamenti”.

E sul decreto investimenti atteso da anni è stato il Sottosegretario al Mef, Federico Freni a dare rassicurazioni. “Dopo 12 anni (dal decreto legge che ne prevedeva l’emanazione, nel 2011, ndr) grazie ai ministri Marina Calderone e Giancarlo Giorgetti è stata ribaltata la prospettiva del Regolamento degli investimenti delle Casse di previdenza private, dunque le norme che usciranno dagli uffici ministeriali entro giugno valorizzeranno l’autonomia e la saggezza delle Casse, affinché possano dettare in casa propria le regole sulle operazioni finanziarie che intendono condurre”.

“Io penso che, al di là dell’attività di base di tutti professionisti, gli investimenti anche delle Casse devono essere fatti proprio per migliorare le condizioni di chi investe ma anche delle aree in cui si investe – aveva detto l’Ad di Eni, Claudio Descalzi – promuovere le realtà che danno del valore aggiunto non solo in termini di dividendi, che sono importanti perché i vostri soldi devono poi giustificare il fatto di fare quell’investimento, ma che poi danno anche un contributo a tutte quelle realtà in Italia tipiche dell’ industria italiana che creano valore”.

“Non c’è dubbio – aveva fatto eco Carlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo – che qui sia rappresentato un mondo di grandissima forza ma anche di grandissima potenzialità per sostenere lo sviluppo del nostro Paese e delle iniziative sociali, supportando elementi di crescita. Quindi esistono due grossi ambiti nei quali è possibile trovare elementi di collaborazione. Il primo, sostenere questo mondo attraverso dei prodotti creditizi ad hoc con le forme di garanzia all’interno delle diverse Casse. E dall’altro lato c’è un aspetto importante che è quello di investire insieme in molte delle iniziative sulle quali questo mondo importantissimo può portare un valore aggiunto al nostro Paese”.

 

12 luglio a Roma si presenta il “Focus Donne”

Professioni sempre più rosa e gap di genere che tocca il 45%, sono questi alcuni dei dati emersi dallo studio presentato al Museo Ninfeo.

Il focus, elaborato dal Centro studi dell’Associazione, sottolinea non solo quanto già più volte denunciato ma evidenzia un aspetto del problema che ha “radici antiche”, legate anche al territorio e al contesto sociale in cui opera la libera professionista

“Questa indagine – aveva sottolineato durante la presentazione Tiziana Stallone, vicepresidente AdEPP e presidente Enpab – ha scardinato alcune idee preconcette sul gap reddituale di genere, mettendo in evidenza le reali esigenze delle donne. Questo è stato possibile perché siamo andati ad intervistare direttamente le libere professioniste e a colpirci non è stato il senso di discriminazione, le donne infatti non si sentono discriminate, ma la mancanza di un sostegno infrastrutturale per permettere alle professioniste di affrontare situazioni oggettive, quali la genitorialità o la cura dei propri genitori”.

“Tra le finalità di questa indagine – aveva annunciato la presidente Stallone – vi è la volontà di individuare un’evoluzione futura del nostro welfare. Ci stiamo interrogando su quanto le nuove tecnologie, come ad esempio infrastrutture digitali per svolgere la professione online, possano essere di utilità, così come una guida ad un modo diverso di svolgere la professione, in forma aggregata, per far sì che si crei un’alleanza tra professionisti”.

“Le professioniste dedicano meno ore all’attività professionale: a fronte del 59% degli uomini che dedicano più di 8 ore al giorno, le donne si fermano al 40% – aveva spiegato la presidente dell’Istituto di previdenza dei giornalisti, Marina Macelloni – questo perché da una parte devono dedicare molte più ore alla cura dei figli e dei familiari non autosufficienti e dall’altra non sempre possono usufruire di infrastrutture sociali adeguate. Inoltre, anche a causa dell’invecchiamento progressivo della popolazione vengono a mancare gli aiuti attualmente offerti dalle famiglie di origine”.

Per Linda Laura Sabbadini, ex direttrice del dipartimento Istat per lo sviluppo di metodi e tecnologie per la produzione e diffusione dell’informazione statistica “Quello che emerge è una realtà inerente alle libere professioniste ma anche a tutte le donne lavoratrici. Le criticità del percorso lavorativo delle donne, e in particolare la forte penalizzazione dovuta dal carico familiare, risiedono proprio nell’impossibilità di sviluppare il proprio lavoro come vorrebbero”.

E se per Antonella Polimeni, rettrice della Sapienza Università di Roma “Dobbiamo uscire dalla logica che questi siano problemi delle donne. Il tema della conciliazione e della necessità di politiche di welfare deve essere ancora strutturato e in alcune regioni non esiste proprio”, per Mirja Cartia D’Asero, amministratore delegato del Sole24Ore “I problemi legati al genere sono molteplici e questo studio fotografa esattamente la realtà. Dalla differenza di reddito, dopo 5 anni dall’inizio del lavoro la donna guadagna il 20% in meno del collega uomo, al difficile ottenimento di incarichi apicali. Ancora troppo pochi ingegneri o laureate in matematica. Oggi per fortuna alcune professioni, vedi la medicina, si stanno femminilizzando. Inoltre le libere professioniste spesso non lavorano da sole ma presso altri studi.  Siamo in una fase di cambiamento? Si ma ancora a livello di eccezione perché le posizioni apicali sono prettamente ricoperte da uomini”.

 

12 dicembre a Roma la presentazione del Report annuale AdEPP

“Per la prima volta abbiamo calcolato l’impatto delle tasse che arrivano allo Stato, alle regioni e ai comuni grazie alla gestione caratteristica delle Casse dei professionisti: ben 2 miliardi di euro all’anno arrivano dalle pensioni, che si sommano ai 640 milioni di euro di doppia tassazione, cioè le imposte che gli enti di previdenza pagano sui rendimenti degli investimenti. Questi oltre 600 milioni all’anno rappresentano un di più rispetto agli standard degli altri Paesi europei, dove è invece chiaro che se investi il patrimonio per pagare delle pensioni che saranno tassate, quel patrimonio non deve essere a sua volta decurtato”. Così il Presidente dell’AdEPP, Alberto Oliveti, presentando al Museo Ninfeo il Rapporto dell’Associazione.

“Noi come Casse solleviamo lo Stato dal compito di garantire la previdenza obbligatoria ai liberi professionisti, nello stesso tempo, con i patrimoni investiti, permettiamo all’economia del Paese di dare delle risposte ai tempi che stanno cambiando – ha detto il presidente Oliveti che ha sottolineato – Le Casse dei professionisti confermano il loro ruolo di pilastro dell’economia nazionale. Al di là delle tasse, anche il modo stesso in cui viene gestito il patrimonio sostiene fortemente il Paese. Oltre la metà delle risorse investite o comunque detenute è infatti in Italia, con in particolare i Titoli di Stato che hanno superato quota 15 miliardi di euro”.

E sulla possibile riforma fiscale è intervenuto l’Onorevole Andrea de Bertoldi “Il centro studi ADEPP ha evidenziato che, dopo il Covid i redditi dei professionisti italiani sono in ripresa. Permangono, tuttavia, motivi di preoccupazione per l’invecchiamento delle categorie dei liberi professionisti, che potrebbe rappresentare, soprattutto in futuro, un problema di sostenibilità. E’ necessario, quindi, che lo Stato sappia garantire al sistema previdenziale privato dei liberi professionisti delle prospettive di crescita e sostenimento anche con riferimento alla riforma fiscale.

“È quindi importante – ha continuato De Bertoldi – che vengano attuate le misure previste nella riforma fiscale, come la riduzione della tassazione su plusvalenze e capital games, dopo 10 anni, è opportuno arrivi finalmente a destinazione il decreto sugli investimenti, che porterebbe certezza e garanzia di sostenibilità per le casse di previdenza”.

“Questo rapporto –  ha sottolineato il Presidente Oliveti – mostra che il mondo delle libere professioni rappresentato dall’Adepp è solido e ha creato più occupazione. Il nostro mondo ha visto infatti aumentare il numero degli attivi, in maniera sensibilmente più marcata di quanto sia accaduto in Italia tra i lavoratori dipendenti, e in assoluta controtendenza rispetto ai lavoratori indipendenti iscritti all’Inps”.

AdEPP e l’Europa

Dal mese di aprile 2023 AdEPP ha aderito all’ESIP (European Social Insurance Platform), la piattaforma strategica per la cooperazione tra i sistemi nazionali di assicurazione sociale nata nel 1996 a supporto nella libera circolazione dei cittadini nell’Unione europea, nell’ambito delle politiche per lo sviluppo del mercato unico europeo (https://www.esip.eu/). Sono associati in ESIP 45 organismi nazionali di previdenza sociale con sede in 17 Stati membri e in Svizzera che si dividono in membri effettivi e osservatori. La Mission di ESIP è, in primo luogo, quella di: garantire una sicurezza sociale di alto profilo per l’Europa; rafforzare i sistemi di assicurazione sociale basati sulla solidarietà; mantenere elevata la qualità della protezione sociale europea.

La Piattaforma ha lo scopo di offrire agli associati un luogo di dialogo e  scambio di buone pratiche transnazionali sulla previdenza; costituire una rete strategica per lo sviluppo di posizioni comuni che influenzino il processo decisionale europeo; rappresentare un forum di consultazione per le istituzioni europee e altri organismi multinazionali attivi nel campo della sicurezza sociale.

Gli ambiti su cui si concentra l’azione di ESIP sono la salute, le pensioni, la famiglia e inclusione sociale, la disabilità e riabilitazione, la disoccupazione. Ciascuno di questi ambiti è seguito da un Comitato permanente o da un Gruppo di lavoro tecnico.

Gli organi in ESIP

ESIP è gestita da un Board composto da sette membri e presieduto da un presidente e un vicepresidente. Il mandato dell’attuale Presidenza di ESIP è iniziato a giugno 2023 con l’elezione del nuovo Board avvenuta nel corso dell’Assemblea generale di Nizza (13-14 giugno). La Presidente eletta è Anne-Claire Le Bodic, di REIF (la rappresentanza a Bruxelles degli enti pensionistici francesi) e vicepresidente Valeria Bonavolontà, di INPS. Il Board rimarrà in carica tre anni.

L’impegno di AdEPP in ESIP

L’adesione alla Piattaforma ESIP ha comportato una serie di impegni di AdEPP a livello internazionale.

Nel corso della Assemblea generale di Nizza (13-14 giugno 2023), il Presidente Oliveti ha presentato finalità e principali attività di AdEPP ai partecipanti.

Nell’ambito di ESIP, AdEPP partecipa agli incontri di due Comitati permanenti: EurelPro (il comitato che riunisce le casse di previdenza dei professionisti nell’UE) e Pensioni.

Nel corso del comitato EurelPro del 13 giugno, si è votato per l’avvicendamento delle cariche di presidenza e vicepresidenza che sono passate da ABV alla Mutualidad (cassa di previdenza degli avvocati spagnoli) nella persona Juan Bassas, eletto presidente, e all’AdEPP, nella persona di Francesco Verbaro, senior Advisor, eletto vicepresidente. Tale incarico ha comportato la partecipazione attiva di AdEPP alle ulteriori attività del Comitato stesso, tra le quali la partecipazione all’incontro del 20 ottobre a Madrid in concomitanza con la Conferenza internazionale organizzata dalla Mutualidad per il 75° anniversario della cassa spagnola degli avvocati.

AdEPP ha quindi preso parte al quarto giro di incontri dei Comitati permanenti e alla terza Assemblea generale dell’anno il 28 e 29 novembre 2023 a Bruxelles.  Il 29 novembre nel corso del Comitato EurelPro si è tenuta una discussione sulla comunicazione della Commissione europea “Demographic change in Europe: a toolbox for action” e sono stati riportati aggiornamenti sui negoziati europei relativi ai processi legislativi di interesse delle casse dei professionisti e sulla ricognizione condotta dalla segreteria di EurelPro (affidata a ABV) sulle associazioni di casse ed enti pensionistici dei professionisti negli Stati membri finalizzata ad allargare la partecipazione al Comitato stesso.

Tra le altre attività di ESIP di particolare interesse per AdEPP il 2° Forum ESIP sul tema “I sistemi di sicurezza sociale europei e il mondo del lavoro che cambia” presso la Scottish House a Bruxelles il 12 ottobre 2023.

Nel l 2024 il calendario delle attività di ESIP si presenta piuttosto impegnativo. Si parte il 26 e 27 marzo con il primo incontro annuale dei comitati permanenti e gruppi di lavoro e l’assemblea generale a Bruxelles, dove AdEPP prenderà parte al comitato EurelPro e a quello Pensioni. Il 25 e 26 giugno si terrà a Vienna il secondo incontro dei comitati permanenti (compreso EurelPro) e l’assemblea generale, ospiti di DVSV (l’ente nazionale di previdenza austriaco). Dopo la pausa estiva si terrà il 3° Forum annuale di ESIP a Bruxelles il 15 ottobre, seguito dal terzo incontro dei comitati permanenti (EurelPro in particolare) e dei gruppi di lavoro. Chiuderà l’anno l’ultimo incontro dei comitati e dell’Assemblea generale il 10 e 11 dicembre a Bruxelles.

Ulteriori informazioni sulle attività di AdEPP in ESIP al link https://www.adepp.info/europa/  e nella newsletter bisettimanale “AdEPP Europa”.

I lavori dei Comitati permanenti

Di seguito si riportano in breve i principali contenuti dei lavori dei Comitati permanenti ai quali partecipa AdEPP.

EurelPro

Il Comitato permanente EurelPro è il forum dei rappresentanti dei regimi pensionistici obbligatori delle libere professioni. EurelPro favorisce il confronto continuo sul funzionamento dei rispettivi sistemi nazionali, sui regimi pensionistici delle libere professioni disciplinati dalle norme europee di coordinamento della sicurezza sociale, sulla sostenibilità dei sistemi pensionistici delle libere professioni.

Il Comitato EurelPro monitora le politiche europee che hanno un impatto sui regimi pensionistici obbligatori delle libere professioni, tra le quali:

  • la revisione del coordinamento della sicurezza sociale;
  • la proposta di revisione del c.d. “Pacchetto di servizi”;
  • il Pilastro europeo dei diritti sociali;
  • l’EESSI (Electronic Exchange of Social Security Information) il sistema per lo scambio elettronico di informazioni in materia di sicurezza sociale entrato in vigore il 3 luglio 2019;
  • il benchmarking dell’Eurogruppo sulla sostenibilità delle pensioni.