Analisi e Prospettive sul Pacchetto d’Autunno del Semestre Europeo 2024

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Il 10 gennaio il vicepresidente esecutivo Dombrovskis e il commissario all’economia Gentiloni hanno avuto un dialogo economico con la Commissione ECON del Parlamento europeo sulla parte fiscale del Pacchetto d’Autunno del Semestre europeo 2024, adottato dalla Commissione a novembre 2023.

Gli elementi fiscali del pacchetto comprendono i pareri della Commissione sui progetti di piani di bilancio 2024 per i paesi dell’area dell’euro, la raccomandazione sulla politica di bilancio per l’area dell’euro e alcuni elementi della relazione sul meccanismo di allerta 2024.

Nel 2024, la clausola generale di salvaguardia del Patto di stabilità e crescita non sarà più in vigore e le raccomandazioni di bilancio adottate dal Consiglio nel luglio 2023 saranno applicabili fino a quando non saranno concordate ed entrate in vigore nuove regole della governance dell’UE.

In un briefing del centro ricerche e studi del Parlamento europeo sono illustrati i temi oggetto dell’incontro: (1) la situazione economica nell’UE; (2) la sorveglianza delle politiche di bilancio nazionali; (3) la sorveglianza degli squilibri macroeconomici (aspetti fiscali); (4) l’attuazione dello strumento di ripresa e resilienza; (5) la revisione del quadro di governance economica dell’UE.

 

Nel suo intervento Dombrovskis ha sottolineato come gli shock economici si siano susseguiti negli ultimi decenni. Ciononostante, l’economia dell’UE si è dimostrata resiliente anche grazie a una risposta politica coordinata e solida. Eppure, dopo una forte ripresa nel 2022 l’economia europea è in una fase di stagnazione a causa dell’aumento del costo della vita, della debolezza della domanda esterna e della prosecuzione della stretta monetaria. “L’inflazione elevata si è fatta sentire ma è ora in calo e dovrebbe ridursi ancora. Una lieve ripresa potrebbe essere all’orizzonte, sostenuta da un mercato del lavoro resiliente, da una crescita salariale positiva e da miglioramenti del contesto esterno” ha affermato il vicepresidente della Commissione.

Secondo Dombrovskis, permangono numerose sfide per l’economia europea: le turbolenze geopolitiche creano incertezze, dalla guerra di aggressione russa in Ucraina ai conflitti in Medio Oriente. L’economia europea, inoltre, presenta delle sfide di lungo termine di tipo strutturale: la crescita debole della produttività, una società che invecchia, la transizione verso l’economia verde e digitale, se non affrontate, queste sfide potrebbero limitare la crescita.

In queste incertezze, “il Semestre europeo rappresenta la nostra bussola economica” ha detto il vicepresidente. Gli orientamenti della politica di bilancio del pacchetto di autunno della Commissione, che avvia ciclo 2024 del Semestre europeo comprende il parere della Commissione sui documenti programmatici di bilancio presentati dai paesi dell’area dell’euro. “L’obiettivo dei pareri è di garantire il coordinamento delle politiche di bilancio nazionali, informare i governi e i parlamenti nazionali quando votano i bilanci nazionali e garantire un mix di politiche coerente. Delle politiche di bilancio solide sono un ingrediente fondamentale per un ambiente economico stabile che crei nuovi posti di lavoro e favorisca gli investimenti. Ciò è ancora più pertinente in considerazione dell’aumento dei livelli di debito a causa della pandemia e crisi energetica, e al contempo visti i tassi di interesse oggi più elevati, le esigenze di investimenti comportano oneri supplementari sulle finanze pubbliche.”

Il deficit aggregato della zona euro dovrebbe ridursi al di sotto del 3 per cento del PIL nel 2024. I costi di bilancio delle misure energetiche sono in calo rapido. Ci sono spese e tagli fiscali adottati che ci porteranno al di sotto dello 0,6% della fase pre-pandemia.

Il coefficiente di debito aggregato dovrebbe ridursi al di sotto del 90% nel 2024 ad eccezione di sei stati membri della zona euro.

 

Il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe scendere all’83,1% nel 2023 (dall’85% del 2022), all’82,7% nel 2024 e all’82,5% nel 2025. Nell’area dell’euro, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe attestarsi al 90,4% nel 2023 prima di scendere ulteriormente all’89,7% nel 2024 e all’89,5% nel 2025. Sebbene i rapporti debito pubblico/PIL stiano diminuendo in aggregato, ciò sembra essere dovuto principalmente all’alta inflazione, dato che la stagnazione della crescita del PIL reale non contribuisce affatto.

Permane un’ampia eterogeneità nell’andamento dei rapporti debito pubblico/PIL. Entro la fine del 2025, la maggior parte degli Stati membri dovrebbe avere un rapporto debito/PIL inferiore a quello del 2022, con cali particolarmente consistenti in Grecia (25 p.p.), Cipro (19 p.p.) e Portogallo (15 p.p.). Tuttavia, si prevede che cinque Stati membri (Belgio, Grecia, Spagna, Francia e Italia) avranno un rapporto debito/PIL ancora ben superiore al 100%. Sulla base dei dati relativi ai risultati del 2023, la Commissione proporrà di avviare procedure per disavanzo eccessivo nella primavera del 2024 per 8 Stati membri dell’area dell’euro.

Avviandosi a concludere il suo intervento, Dombrovskis ha chiarito che i pareri della Commissione valutano i documenti programmatici di bilancio rispetto a diversi argomenti: a) gli SM che raggiungano gli obiettivi di medio termine di bilancio devono mantenere una posizione di bilancio solida nel 2024; b) tutti gli altri SM devono ridurre l’incremento nominale nel finanziamento della spesa nazionale nel 2024, con un tasso di crescita quantificato specifico per Paese che prende in considerazione la sostenibilità di bilancio; c) tutti gli SM dovrebbero eliminare le misure di sostegno per l’energia il prima possible nel 2023-2024; d) chi non prevede il raggiungimento degli obiettivi di medio termine dovrebbe utilizzare i risparmi per ridurre il deficit di bilancio. Tutti gli Stati membri dovranno mantenere degli investimenti pubblici a livello nazionale e garantire l’assorbimento adeguato delle sovvenzioni del RRF e altri fondi dell’Unione europea in particolar modo per promuovere le transizioni verde e digitale. Quindi, ha chiosato “L’obiettivo generale è garantire che le risorse pubbliche tornino in situazione di stabilità per dare stabilità e avere margine per le riforme e gli investimenti; e ciò è fondamentale per il raggiungimento di un accordo tra Consiglio e Parlamento sulla nuova governance economica dell’UE e relative regole.”

 

Nel suo intervento, il Commissario all’economia Gentiloni ha ricordato il “clima di incertezza per le prospettive economiche con cui si avvia anche questo anno 2024, incertezza che evidenzia l’importanza di un forte coordinamento interno nell’UE” e ha aggiunto “La valutazione dei documenti programmatici di bilancio degli Stati membri è un passaggio fondamentale in questo senso.  La valutazione si basa su tre assi: crescita della spesa corrente netta; eliminazione delle spese per l’energia; tutela degli investimenti pubblici”.

Secondo la valutazione della Commissione, sette stati membri dell’area euro sono conformi alle raccomandazioni di bilancio, mentre nove non sono pienamente allineati e quattro rischiano di non soddisfare i criteri. Cipro, Estonia, Grecia, Spagna, Irlanda, Lituania e Slovenia aderiscono alle raccomandazioni fiscali. Austria, Germania, Italia, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Portogallo e Slovacchia mostrano un allineamento parziale.

All’Italia, Lettonia, Paesi Bassi e Francia la Commissione consiglia di essere pronti ad attuare le misure necessarie nei loro processi budgetari. Germania, Malta e Portogallo sono invitati ad accelerare la graduale eliminazione delle misure di sostegno all’energia entro il 2023 e il 2024.

Belgio, Finlandia, Francia e Croazia sono a rischio di non allineamento e sono invitati a incorporare le misure necessarie nel processo di bilancio nazionale per garantire che la politica fiscale nel 2024 sia in linea con la raccomandazione del Consiglio. Il Lussemburgo e la Slovacchia sono incoraggiati a garantire che i loro prossimi piani si allineino alle raccomandazioni del Consiglio.

 

Gentiloni ha quindi evidenziato alcuni messaggi principali che si possono evincere dalla valutazione della Commissione. “I nostri pareri hanno evidenziato vari livelli di adeguamento alle raccomandazioni della Commissione. E’ positivo che tutti i paesi pianifichino di tutelare i loro investimenti pubblici. Questo a differenza di quanto avvenuto nella crisi economica e finanziaria del 2008, ci dimostra la lezione appresa nell’ultima crisi pandemica; confermando l’importanza degli investimenti che sono stati inseriti nei Piani di ripresa e resilienza che dovranno essere portati a termine per garantire la stabilità e la crescita dell’Unione europea. La bassa crescita metterebbe a repentaglio gli investimenti necessari per la sostenibilità, competitività e giustizia sociale”.

 

Il secondo messaggio chiave riguarda l’utilizzo ottimale della spesa pubblica netta come indicatore unico. Secondo Gentiloni, questo indicatore sarà cruciale per l’adozione delle nuove regole di governance da parte di PE e Consiglio. Ma è necessario adottare una prospettiva pluriennale nel valutare detti indicatori.

Nonostante la BCE abbia ottenuto buoni risultati nella lotta all’inflazione (anche se non definitivi), secondo Gentiloni ci vuole una politica prudente che parta soprattutto dall’eliminazione delle misure energetiche “Ciò è fondamentale per promuovere la sostenibilità delle finanze pubbliche e per non riaccendere il ciclo inflattivo e consentire alle famiglie di recuperare potere d’acquisto.” E ha concluso affermando che “E’ fondamentale che la governance economica rimanga agile in quanto le tensioni politiche possono gettare un’ombra sulle prospettive economiche. Per agilità economica si intende di non accettare come inevitabile una bassa crescita per un periodo lungo.”

 

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