L’UE in aiuto dei territori per le competenze 

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A fine marzo la Commissione europea ha selezionato 10 regioni dell’UE – che rischiano di cadere nella “trappola dello sviluppo dei talenti” – per ricevere un sostegno personalizzato nell’ambito del Talent Booster Mechanism (meccanismo di incentivazione dei talenti), per aiutarle a mitigare gli effetti del cambiamento demografico e dell’abbandono della popolazione giovane. La selezione è stata effettuata da un comitato di esperti della Commissione che ha esaminato le sfide e le esigenze di ciascuna regione e la loro motivazione a ricevere il sostegno. Sono state selezionate 10 regioni di otto Stati membri di cui una in Italia: la Campania (due in Spagna, due in Portogallo, una in Francia, Grecia, Romania, Finlandia e Slovacchia).

Le regioni beneficeranno del supporto di esperti dell’OCSE per la realizzazione di analisi dettagliate, raccomandazioni politiche e piani d’azione specifici per affrontare le rispettive sfide demografiche e territoriali.

Il sostegno è erogato nell’ambito del secondo pilastro del meccanismo di incentivazione dei talenti che si rivolge specificamente alle regioni che rischiano di cadere in quella che viene comunemente definita la “trappola dello sviluppo dei talenti”, ossia, l’abbandono della popolazione giovane che porta a un calo della popolazione in età lavorativa, a un basso numero di laureati e diplomati e a difficoltà nel trattenere i talenti.

Il Meccanismo di incentivazione dei talenti, basato su otto pilastri, è stato introdotto dalla Comunicazione sulla valorizzazione dei talenti nelle regioni europee del gennaio 2023. Questo strumento sostiene le regioni dell’UE colpite dall’accelerazione del declino della popolazione in età lavorativa nella formazione, nel mantenimento e nell’attrazione di persone con le competenze necessarie per mitigare l’impatto della transizione demografica.

 

Nell’ambito del primo pilastro del meccanismo, lo scorso novembre, sono state selezionate altre 10 regioni europee che già si trovano in una “trappola per lo sviluppo dei talenti” e che ricevono assistenza tecnica per aiutarle a creare quadri concreti per affrontare l’impatto del cambiamento demografico.

 

Le premesse

Nelle nostre società e nelle nostre economie si stanno verificando profonde trasformazioni demografiche. Entro il 2050 nell’UE la quota di persone con più di 65 anni sarà pari a circa il 30% rispetto al rispetto all’attuale 20%. Dopo un calo durante la pandemia COVID-19, il progressivo aumento dell’aspettativa di vita è ripreso. Nel 2022, l’aspettativa di vita nell’UE è stimata in 82,8 anni per le donne e a 77,2 anni per gli uomini.  Nel 2020 il numero medio di parti è stato di 1,5, ben al di sotto del valore di 2,1 necessario per mantenere una popolazione stabile. La quota di popolazione europea nel mondo si sta riducendo e nel 2070 gli europei rappresenteranno circa il 4% della popolazione mondiale rispetto all’attuale 6%.

La combinazione delle tendenze demografiche ha portato a una contrazione della popolazione in età lavorativa. La maggior parte degli Stati membri è colpita, ma alcune regioni sono più colpite di altre. Se non viene affrontato, questo processo rischia di innescare nuove e crescenti disparità territoriali, poiché le regioni invecchiano e possono rimanere indietro in termini di dimensioni e competenze della loro forza lavoro. La contrazione della forza lavoro è quindi contemporaneamente un fenomeno demografico, economico e sociale.

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