
“Un istituto di previdenza dei giornalisti sempre più accessibile, trasparente e vicino alle istanze degli iscritti, in un quadro di rete con gli altri enti di categoria“. Così il Presidente dell’Istituto di previdenza dei giornalisti, Roberto Ginex, che ha reso noto come, da quando sono stati riattivati i contatti telefonici con i propri iscritti “c’è grande soddisfazione da parte degli associati. Nei primi sei giorni abbiamo ricevuto 547 telefonate: il 60% delle istanze rivolte ai nostri operatori sono state risolte nel corso della telefonata, alle altre gli uffici hanno dato risposta nell’arco di 48-72 ore. Questo servizio è il primo passo per riallacciare quel rapporto fidelizzato negli anni fra iscritti e Istituto di previdenza”.
E per il Direttore generale, Mimma Ioro, “I giornalisti iscritti all’Inpgi crescono costantemente anche per effetto delle dinamiche lavorative della professione giornalistica che vedono diminuire l’area del lavoro dipendente a tutto vantaggio della libera professione. Quindi, con 47 mila iscritti, circa 30 mila lavoratoti attivi e 2500 pensionati diretti, l’Istituto presenta bilanci in attivo e parametri di stabilità e garanzia delle future pensioni. Indice di questa stabilità è sicuramente rappresentato dal rapporto tra lavoratori attivi e pensionati che oggi si attesta in ragione di 12 attivi per un pensionato, a differenza di quanto faceva registrare l’ex Gestione previdenziale dei giornalisti dipendenti, il cui rapporto invece era di 1,5 lavoratori attivi a fronte di un pensionato”.
Ma la Iorio avverte “Le criticità del mondo del lavoro oggi, che si ripercuoteranno sul piano previdenziale, sono ascrivibili
“Perché un giorno si abbiano delle pensioni adeguate – continua il Direttore generale – non è sufficiente che gli enti gestiscano bene i loro patrimoni ma è necessario che le risorse generate nell’ambito lavorativo dei settori professionali siano tali da garantire crescita e sviluppo, unitamente ad una adeguata politica di crescita dei redditi. Una attenzione particolare quindi va rivolta verso un maggior sostegno verso la cosiddetta young economy; investire cioè sui giovani così da poter incidere favorevolmente sul ciclo demografico. In tale ottica, particolare rilevanza rivestono le politiche per agevolare l’accesso al mondo del lavoro e la crescita professionale creando quelle occasioni per generare maggiori risorse economiche. Se non mettiamo i giovani in un percorso lavorativo corretto, dal punto di vista della equità delle retribuzioni e dei redditi percepiti, la conseguenza sarà quella di affrontare elevati costi pensionistici in assenza di risorse adeguate”.
“E’ inoltre necessaria una visione più allargata del concetto di welfare, cioè del benessere dei propri iscritti che non riguarda solo la parte finale della vita lavorativa, quindi la pensione, ma anche tutta la fase di affiancamento nel corso della vita lavorativa e quindi la capacità di saper intercettare le necessità degli iscritti”.
Infatti, per la Iorio “La tutela assistenziale assicurata dall’Inpgi – che spazia da sempre dalla tutela della maternità e della paternità e dell’infortunistica e della disoccupazione – negli ultimi anni ha allargato il proprio campo d’azione anche sul fronte della tutela della salute, con lo stanziamento dal 2019 al 2026 di 15 milioni di euro in favore di propri iscritti appartenenti alle fasce di reddito più deboli che volontariamente abbiano aderito all’assicurazione sanitaria di categoria (Casagit), rimborsando la quota di iscrizione per il profilo specifico”.