
“Per le Casse la principale sfida – spiega Alberto Oliveti nell’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore – è il tramonto demografico. Siamo anche alle prese con una transizione ecologica che si va intrecciando con la terza variabile forte che sono le guerre attualmente in corso, inclusa quella commerciale. Fortunatamente la pandemia ce la siamo lasciata alle spalle ma il rischio che si ripresenti esiste. A questi elementi si aggiunge la trasformazione tecnologica”.
Un “colloquio” con la giornalista Federica Micardi che non può non toccare il difficile momento e le incertezze che caratterizzano, oggi, il mondo finanziario/economico.
Per Oliveti, attenzione ai facili entusiasmi se le cose vanno bene – scrive la giornalista – e il panico quando vanno male. Una gestione prudenziale caratterizza il mondo delle Casse che, dal 2013 al 2024, ha praticamente raddoppiato il patrimonio (pari a 114,1 miliardi a fine 2024).
“Investiamo sempre con una certa attenzione perché non siamo investitori speculativi. L’attenzione delle Casse non è rivolta solo alla gestione e conservazione del patrimonio, ma guarda anche all’attività caratteristica, per sostenere i professionisti iscritti, i cui redditi impattano sui contributi che versano. Un’attenzione che si traduce in politiche di welfare attivo a supporto sia dell’attività professionale, sia della vita familiare”.
Ed ancora “Vanno anche ascoltate le esigenze dei giovani che sono molto attenti alla conciliazione vita-lavoro, a differenza dei loro padri, un cambio di visione che non dobbiamo ignorare”.
E sugli investimenti nel sistema Paese, Oliveti sottolinea che le Casse già fanno molto per l’Italia sotto diversi profili: pagano una doppia tassazione sia sui rendimenti che sulle pensioni erogate, si occupano del welfare di categoria, mantengono circa il 50% del patrimonio in Italia.
“Quando però ci invitano, o peggio ci obbligano a investire in “venture capital”, che tradotto in italiano è capitale di ventura utilizzando la leva fiscale, mi preoccupo”.
Oliveti – conclude il suo articolo Federica Micardi – si riferisce alla legge per il mercato e la concorrenza (legge 193/2024) che prevede, all’articolo 33, che tutti gli investimenti fiscalmente agevolati (qualificati e Pir), per un importo massimo del 10% dell’attivo patrimoniale, effettuati dalle Casse di previdenza e dal Fondi pensione dal 18 dicembre 2024, per mantenere l’esenzione sui rendimenti dovranno avere una quota pari al 5% nel 2025 e al 10% dal 2026 di investimenti in fondi per il venture capital. Una norma che ha dato il via a un acceso dibattito tra i soggetti interessati, preoccupati di questa apertura al “rischio” che poco si concilia con l’obiettivo di far fruttare, ma soprattutto conservare, un patrimonio accumulato per erogare pensioni di primo e secondo pilastro.