ChatGPT. Tutto o quasi sul nuovo tool dell’intelligenza artificiale

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ChatGPT -acronimo di Chat Generative Pre-trained Transformer– è un sistema di chatbot gratuito basato sull’intelligenza artificiale machine learning che permette di simulare conversazioni tra essere umani in forma scritta e verbale.

In questo articolo, dopo alcune informazioni sul nuovo toll dell’intelligenza artificale, riportiamo i pro e i contro, le dichiarazioni, l’impatto su alcune professioni e le ultime news “recuperate” leggendo su internet, decine e decine e decine di articoli, documenti, testimonianze su domande fatte e relative risposte. Una tra tutte. È possibile che l’IA rubi il lavoro a molti esseri umani?

Sì, è possibile che l’intelligenza artificiale rubi il lavoro a molti esseri umani. L’intelligenza artificiale può eseguire molti compiti meglio e più velocemente degli esseri umani, il che può portare a una riduzione delle opportunità di lavoro per le persone. Tuttavia, l’intelligenza artificiale può anche creare nuove opportunità di lavoro, per esempio nei campi della ricerca e sviluppo o nella creazione di nuove tecnologie.

È importante che le persone siano preparate per l’impatto dell’intelligenza artificiale sul mercato del lavoro e che vengano prese misure per proteggere i lavoratori e garantire che tutti abbiano accesso alle opportunità offerte dalla tecnologia.

ChatGPT Di cosa stiamo parlando

Si tratta di un prototipo sviluppato da OpenAI: l’organizzazione non-profit di ricerca sull’intelligenza artificiale che promuove lo sviluppo delle cosiddette Ai amichevoli –intelligenze capaci di contribuire al bene dell’umanità, ma con un meccanismo di evoluzione soggetto a precisi controlli ed equilibri.

Anche se non ha diffuso tutti i dettagli sulla nuova interfaccia del suo software per la generazione di testi, OpenAi ha condiviso alcune informazioni in un post sul blog aziendale. Il team che lavorato allo sviluppo di ChatGpt ha fornito a Gpt-3.5 risposte scritte elaborate da esseri umani come dati di addestramento e ha poi utilizzato una tecnica di ricompensa e punizione simulata, nota come apprendimento per rinforzo, per esortare il modello a fornire risposte migliori alle domande di addestramento

ChatGPT si presenta come un sito dove è possibile avviare una conversazione come una normale chat e che grazie al supporto di un programma di intelligenza artificiale semplifica e aiuta l’interazione umana con i bot. Questo software è in grado di elaborare grandi quantità di testo e di imparare a eseguire attività di elaborazione del linguaggio in modo molto efficace.

Conversa, risponde alle domande, scrive poesie, sa trovare gli errori di programmazione e inventa videogiochi. Gli puoi chiedere di scrivere in versetti della Bibbia una guida per estrarre da un tostapane una videocassetta. Di correggere linee di codice o creare nuove ricette culinarie. Da quando è stato aperto al pubblico fa oltre un milione di persone l’hanno interrogato intasando i server che sono spesso giù per l’eccessivo traffico.

I pro e i contro

Metaforicamente è come se “mescolasse” tutti i dati che trova su Internet e “sfornasse” il risultato. Inoltre, mentre qualsiasi motore di ricerca fornisce i siti web in linea con quanto richeisto dall’utente, il rapporto tra ChatGPT e l’utente è diretto e anche personalizzato.

Sebbene ChatGPT sia in grado di fornire risposte grammaticalmente corrette e in tempi brevissimi, allo stesso tempo non è detto che fornisca sempre le risposte corrette. La macchina è bravissima a fare i calcoli più velocemente rispetto al cervello umano, ma non può mai batterlo in termini di creatività perché può elaborare solo le informazioni che gli vengono inserite come input.

Per Muhammad Abdul-Mageed, un ricercatore di intelligenza artificiale presso l’Università della British Columbia: “Il punto debole di ChatGPT è che è programmato su dati obsoleti del 2021 o 2022. Ad esempio, non sarebbe in grado di rilevare qualcosa che è accaduto di recente. Non sarebbe in grado di dirci se la Francia ha vinto o meno la Coppa del Mondo in Qatar”.

Christopher Potts, professore della Stanford University, spiega che il metodo utilizzato per aiutare ChatGpt a rispondere alle domande, che OpenAI aveva già presentato in passato, sembra rappresentare un significativo passo avanti per aiutare l’intelligenza artificiale a gestire il linguaggio in un modo più comprensibile. “È davvero notevole – dice Potts, nonostante la tecnica potrebbe rendere il suo lavoro più complicato –. Mi ha fatto pensare a cosa dovrò nei miei corsi che hanno compiti con risposte brevi”.

Secondo Jacob Andreas, assistente professore che si occupa di Ai e linguaggio al Massachusetts Institute of Technology (Mit), il sistema sembra destinato ad ampliare il bacino di persone in grado di utilizzare gli strumenti linguistici di Ai: “Viene presentato con un’interfaccia familiare che ti induce ad applicare uno schema mentale che sei abituato ad applicare ad altri agenti – umani – con cui interagisci”.

L’Intelligenza artificale quindi sostituirà l’uomo? Per Irene Souleiman, esperta di politiche di intelligenza artificiale presso la start up AI Hugging Face “Non esiste una soluzione magica per il rilevamento dell’Intelligenza artificiale. Proprio come gli esseri umani, man mano che questi modelli diventano più potenti, recuperano terreno ma non saranno altrettanto efficaci. E non saranno in grado di dare un output accurato su ciò che è falso o generato dall’intelligenza artificiale”.

L’impatto sul alcune professioni

Scrive Stela Gazheli – Area Lavoro Unione Italiana Commercialisti su Fuffpost: A queste prime applicazioni, che potremmo definire generaliste, ne seguiranno altre molto più specifiche nei vari ambiti professionali, a partire da quelli che implicano conoscenze di norme e di grandezze contabili ed economiche. La gestione della contabilità e la redazione di bilanci tipiche dei commercialisti ovvero l’elaborazione dei cedolini paga curate dai consulenti del lavoro sono attività già oggi altamente automatizzate che potranno essere svolte completamente dai software e dalle macchine. Nell’area legale già da tempo sono utilizzati robot. Si pensi che oggi esistono oltre 60 legal technology che utilizzano l’intelligenza artificiale. Questa evoluzione genererà una nuova domanda di servizi professionali, con implicazioni evidenti nell’attività del professionista e nella sua relazione con il cliente.

Se l’intelligenza artificiale permette di studiare una grande mole di documenti in un lasso di tempo estremamente breve, commercialisti e consulenti del lavoro potranno svolgere in modo molto più efficiente i loro compiti e fornire un servizio ancora più accurato ai loro clienti. Non dovrà essere commesso l’errore di sottovalutare questi strumenti o, peggio, ignorarli o denigrarli, per supponenza o paura del futuro. Al contrario, occorre provare ad anticipare il trend tecnologico per comprendere come metterlo a disposizione dei modelli organizzativi degli studi professionali. Dalla formazione specialistica, alla capacità di interagire con questi strumenti, all’offerta di nuovi servizi ai propri clienti che potranno, ad esempio, essere istruiti su come ottenere vantaggi nei mercati di interesse e, per finire, al contenimento dei costi delle strutture professionali, che per i propri dipendenti e collaboratori, potranno sostituire mansioni di base con altre più evolute. L’innovazione non va subita ma compresa e messa a frutto.

E intanto Microsoft punta su OpenAI

Satya Nadella, ceo di Microsoft, attraverso un tweet ha spiegato che la società fondata da Bill Gates, in questa fase della partnership con OpenAI fornirà la migliore infrastruttura, modelli e strumenti di intelligenza artificiale, in modo da permettere ai clienti di creare ed eseguire in maniera sicura e responsabile le proprie applicazioni nella piattaforma cloud di Microsoft.

Nadella ha poi aggiunto:“La nostra partnership con OpenAI ruota attorno all’ambizione condivisa di far progredire responsabilmente la ricerca sull’intelligenza artificiale all’avanguardia e di democratizzare l’AI come nuova piattaforma tecnologica. Questo importante investimento permetterà a OpenAI di continuare la propria ricerca indipendente e lo sviluppo di un’intelligenza artificiale sicura, utile e potente”.